Page 132 - Lorenzo Pietrasanta - L'orto per la famiglia
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regno vegetale al regno animale. E viceversa, ovvia-
mente. Sono cioé indifferenziati da qualunque pianta
coltivata o spontanea o specie animale provengano.
Ne derivano grandi conseguenze e cioè: quando si parla
di piante naturali (prendendo per tali piante definitiva-
mente “stabilizzate”) si dicono solo sciocchezze. Ciò per-
ché in natura, “le piante naturali” non esistono, anche
escludendo l’intervento dell’uomo o della genetica come
si dirà di seguito.
Avvengono infatti frequenti scambi di DNA per
cause fortuite, effetto di radiazioni e/o comparse di
gemme mutanti.
Un esempio di “mutazione gemmaria” frequente, è
quella notata in agrumicoltura, dove da una cultvar
pigmentata, verso il 1940, ebbe origine la cultvar “Ta-
rocco” che successivamente non ha smesso di offrire
tantissimi cloni (linee significativamente differenziatre
tra loro). Si contano oggi alcune decine di cloni di ta-
rocco molto pregiate oltre a quelle create in laborato-
rio (tarocco nucellare).
Altro esempio é lo scambio frequente di DNA tra i
microorganismi del suolo a contatto con l’apparato
radicale delle piante, senza consequenze pratiche né
agronomiche, né alimentari.
Pertanto, innestando uno o più geni in una se-
quenza del DNA non è assolutamente possibile creare
“mostri, mezzi animali e mezzi vegetali”. Per la sem-
plice ragione che, sostituendo uno o due geni in un in-
dividuo gm, si effettua una piccolissima modifi-
cazione che non sbilancia per nulla il “corredo cro-
mosomico” di un individuo, formato da decine di mi-
gliaia di geni.
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