Page 131 - Lorenzo Pietrasanta - L'orto per la famiglia
P. 131
Dagli “incroci” della genetica agraria, alle piante
“geneticamente modificate”.
Dopo i cenni storici e le brevi notazioni cronologiche, ap-
pare più facile inoltrarsi nel discorso degli OGM, ovvero
degli organismi geneticamente modificati.
Quanto alle metodiche, ci limitiamo a qualche cenno, la-
sciando ai lettori eventualmente interessati, la facoltà di
consultazione di testi specifici.
Da una preparazione di cellule vegetali chiamata “co-
strutto genetico” vengono estratte sequenze di DNA
(acido desossiribonucleico), dalle quali si isolano uno o
più geni portanti le caratteristiche che si vogliono trasferire
su piante da migliorare, precedentemente preparate. I
3
geni esogeni , attraverso vari metodi, vengono “innestati”
sul DNA delle piante oggetto del miglioramento, sperando
che dalla “moltitudine di innesti” si ottenga la sostituzione
dei geni originali omologhi, nonché la loro stabilizzazione
nel nuovo individuo che in tal caso dà origine ad un “or-
ganismo geneticamente modificato”.
Spesso, ammoniscono gli ingegneri genetici, si effet-
tuano centinaia di tentativi con risultati scarsi o nulli. Tal-
volta, capita pure che lavorando per il raggiungimento di
un obiettivo, prendono corpo altre casuali scoperte, schiu-
dendo nuove ed interessanti filoni di ricerca.
Ai fini di una maggiore comprensione si rende oppor-
tuna una precisazione alquanto semplice ma di notevolis-
sima importanza: “i geni non conoscono barriere”,
possono cioè passare da vegetale a vegetale e dal
3 - I geni sono detti endogeni se provengono dalla stessa pianta, esogeni se
derivano da altre piante, specie o regno.
121