Page 79 - Maschere_Motta
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Frittellino





                                                                         reatore  di  questa  maschera  fu  Pier  Maria  Cec-
                                                                         chini, il quale scelse carattere e nome nel 1583,
                                                               C C sulla falsa- riga di un buffone vissuto a Mantova,
                                                               presso i Gonzaga, intorno al 1495.
                                                                 Lo stesso Cecchini ne illustrò i caratteri peculiari nella
                                                               commedia L’amico tradito (1633). Eccellente iconografia, con
                                                               particolare riguardo ad una incisione del secolo XVII conser-
                                                               vata nella collezione Beard di Canbridge.
                                                                 Prima ancora che si affermassero  sulle scene italiane  le
                                                               celebri  maschere  di  Arlecchino,  Pulcinella,  Brighella,  Pan-
                                                               talone, che i nostri comici resero celebri in tutta Europa, il
                                                               teatro era dominato da figure di mimi e di interpreti il cui
                                                               ricordo andò perduto nel tempo e i cui tipi si richiamavano
                                                               agli esecutori di quegli antichi canti fescennini, schietti ma
                                                               piuttosto sboccati, che furono per parecchi secoli il maggior
                                                               divertimento dei romani.
                                                                 Unica traccia di quelle figure ci resta in un volume che il
                                                               francese Callot, che stabilitosi  a Firenze per studi  d’arte,
                                                               compilò  raccogliendo  una  cinquantina  di  ritratti,  desunti
                                                               dall’attualità teatrale di quel tempo e tra i quali domina, ac-
                                                               canto al tipo di Coviello, scaltro e fanfarone, il personaggio
                                                               di Fritellino, con sciabola al fianco, un drappo scarlatto av-
                                                               volto intorno al collo e un copricapo ornato di piume, lungo
                                                               e appuntito, la cui forma ricorda i tradizionali berretti della
                                                               goliardia.
                                                                 Fritellino godette nel ‘500 una popolarità pari almeno a
                                                               quella che si conquistò più tardi il bergamasco Arlecchino,
                                                               come lui agile e destro, tanto che numerosi comici della fine
                                                               del secolo interpretarono alternativamente i due personag-
                                                               gi, portando sul viso, in entrambi i casi, quella maschera
                                                               nera che  Arlecchino, nonostante le numerose trasforma-
                                                               zioni subite dal suo tipo e dal suo costume nel tempo non

                                                                                                                69
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