Page 162 - Maschere_Motta
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Trivellino




                                                     M           aschera con carattere di secondo Zanni, è

                                                                 pertanto una delle numerose variazioni di
                                                     M Arlecchino. È la maschera gemella di Arlec-
                                                     chino, anche se porta un  nome e  un costume  differenti:
                                                     non è anzi da escludere che quello sia stato l’antico nome
                                                     di Arlecchino, giacché Trivellino significa appunto «uomo
                                                     con l’abito trivellato». Maurice Sand lo rappresenta pieno
                                                     di toppe multicolori.
                                                      L’abito  rammendato  con  toppe  di  disparati  colori  si
                                                     trasformerà per  Arlecchino in un completo a losanghe
                                                     alterne di due colori; per  Trivellino, invece, in giubba e
                                                     pantaloni di color giallo camoscio, bordati di triangoli di
                                                     stoffa verde e fantasiosamente disseminati di mezzelune e
                                                     di stelle scarlatte.
                                                      Entrambe le maschere conserveranno però la maschera
                                                     nera, che richiama il loro carattere a un ruolo che figurava
                                                     già nel teatro dell’antichità classica ed era interpretato da
                                                     schiavi negri.
                                                      Nelle compagnie che percorsero l’Italia ai primi del ‘600
                                                     Trivellino sosteneva la parte dell’intrigante, impegnato a
                                                     tormentare senza posa quell’ingenuo sciocco di Arlecchino,
                                                     e arrivava talvolta ad assumere parti da scellerato, degne
                                                     di gareggiare con quelle solitamente assunte da Brighella.
                                                     Tutti e due servitori, Arlecchino e Trivellino si trovano ad
                                                     avere parti affini, talvolta usate insieme, a contrasto, per
                                                     comodità del commediografo.
                                                      Il maggior interprete di Arlecchino, l’italiano Biancolelli,
                                                     debuttò appunto come Trivellino; il quale ne fu l’interprete
                                                     più assiduo. Compare nella commedia Ersilia (1611) di Virgilio
                                                     Verrucci. Il nome venne  adottato  dal bolognese  Andrea
                                                     Fraicomi, della Compagnia degli Uniti e da Domenico
                                                     Locatelli che recitava a Parigi quando Biancolelli lanciò il

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