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8    Le due Rivoluzioni inglesi                            Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
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           e la nascita del regime

           parlamentare




      Dopo la morte di Elisabetta I nel 1603 le corone di Scozia e Inghilterra erano
      state riunite nelle mani di un solo sovrano, Giacomo I Stuart. Per ottenere
      il favore dei sudditi il nuovo re nominò molti baronetti, creando una vera
      e propria inflazione di titoli nobiliari. Giacomo I era stato educato al calvinismo
      ed era un fautore dell’assolutismo; il suo programma era incentrato
      sull’accentuazione del diritto divino dei re e sul rafforzamento della Chiesa
      anglicana. Il Parlamento e in particolare la Camera dei Comuni si opposero
      al suo progetto, al suo interno si mostrarono particolarmente intransigenti
      i puritani che non accettavano la struttura episcopale della Chiesa anglicana.
      Un altro terreno di scontro con larghi strati della popolazione era la politica
      economica del sovrano che aveva creato privative per molte derrate
      alimentari, era contrario all’espansione coloniale inglese e alla nascita
      di industrie laniere nazionali. I contrasti si acuirono con il regno di Carlo I
      (1625-49) quando l’Inghilterra partecipò alla Guerra dei Trent’anni, nella fase
      danese, a fianco di Olanda, Francia e Danimarca contro la Spagna (v. cap. 7).

      La prima Rivoluzione inglese
      La partecipazione alla Guerra dei Trent’anni comportava molte  Carlo I e le ingenti
      spese militari: il Parlamento di fronte a questa richiesta del so-  spese militari
      vrano rispose con la Petizione dei diritti (1629). Il documento
      riaffermava le garanzie costituzionali, tra cui l’inviolabilità per-  Petizione dei diritti
      sonale dei cittadini, la necessità dell’approvazione preventiva  parlamentari
      del Parlamento per la riscossione delle imposte e l’impossibi-
      lità di proclamare la legge marziale in tempo di pace. Il re ac-
      colse la petizione, ma governò poi senza convocare il Parla-
      mento e con il solo ausilio dei suoi ministri (il conte di Strafford
      e l’arcivescovo di Canterbury W. Laud). Per risolvere i problemi
      finanziari la Corona rimise in vigore vecchie tasse non control-  Tasse
      late dal Parlamento: la più famosa fu lo ship-money che dove-  non controllate
      vano pagare le città costiere e che ora, per la prima volta, fu  dal Parlamento
      estesa anche ai territori dell’interno. La situazione precipitò
      quando Carlo I tentò di imporre alla Scozia, a maggioranza pre-
      sbiteriana di impronta calvinista, la supremazia della Chiesa an-
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