Page 22 - Storia della Russia
P. 22

Al  principio  la  Rus’  era  uno  stato  pagano  i  cui  popoli  adoravano  divinità  slave  e
        finniche e, giunto al potere, Vladimir eresse persino un pantheon in un luogo elevato di
        Kiev. Le élite della Rus’, tuttavia, subirono l’influenza di fedi e credenze religiose diffuse
        nel territorio circostante: i sovrani chazari praticavano l’Ebraismo, l’Islam era giunto fino
        ai bulgari del Volga già all’inizio del X secolo, e il Cristianesimo si stava diffondendo
        nell’Europa  orientale  e  meridionale.  Nei  Balcani  i  monaci  bizantini  Cirillo  e  Metodio
        avevano tradotto le scritture e la liturgia dal greco in un dialetto slavo scritto in alfabeto
        glagolitico, e nell’864 avevano convertito i bulgari del Danubio. Negli anni Sessanta del X
        secolo  la  Polonia  accolse  il  Cristianesimo  di  Roma  e  lo  stesso  fecero  intorno  al  985  i
        magiari  ungheresi.  Più  a  nord  il  re  danese  Harald  Dente  Blu  si  convertì  nel  965,  i

        norvegesi nel 993. Il Cristianesimo bizantino era già noto da tempo ai rus’: nell’867 il
        patriarca bizantino Fozio aveva creato una diocesi per slavi e varjaghi convertiti. Nel 957,
        durante una visita a Costantinopoli, Ol’ga accolse il battesimo e nel 960, in seguito a una
        missione  diplomatica  dei  rus’  a  Francoforte,  presso  l’imperatore  del  Sacro  Romano
        Impero, Ottone I inviò un vescovo cattolico a Kiev. Ma l’iniziativa di Ol’ga provocò una
        forte opposizione da parte dell’élite pagana della Rus’, e Svjatoslav, temendo lo scherno
        della sua corte, non si convertì. Fu suo figlio Vladimir a compiere nel 988 questo passo
        epocale per sé e per il suo popolo.

           Celebre è l’annotazione all’anno 987 contenuta nella Cronaca degli anni passati che
        descrive la conversione di Vladimir come il risultato di una ricerca spirituale: dopo aver
        incontrato i rappresentanti delle fedi monoteistiche (i bulgari musulmani, i chazari ebrei, i
        germani cattolici, i bizantini greci ortodossi), il sovrano manda i suoi emissari a svolgere
        ulteriori indagini. Questi, poco impressionati dai primi incontri, sono invece conquistati
        dalla  gloria  della  cristianità  bizantina:  «E  dai  Greci  andammo,  e  vedemmo  dove
        officiavano in onore del loro Dio, e non sapevamo se in cielo ci trovavamo oppure in terra:

        […]; solo questo sappiamo: che là Dio con l’uomo coesiste, e che il rito loro è migliore [di
        quello]  di  tutti  i  paesi.  Ancora  non  possiamo  dimenticare  quella  bellezza».   Ma  è  più
                                                                                                      2
        probabile  che  a  spingere  verso  la  conversione  siano  stati  soprattutto  fattori  pratici:  le
        religioni  monoteistiche  abbracciate  dai  potenti  vicini  rappresentavano  interessanti
        strumenti di integrazione politica e di controllo sociale e convertirsi all’ortodossia poteva
        portare a una riconciliazione con la potenza culturale ed economica di Bisanzio. Nel 987
        l’imperatore Basilio II che, minacciato da una grande rivolta, aveva un bisogno disperato
        di una valida alleanza, accettò il decisivo aiuto militare di Vladimir e in cambio promise al
        principe  della  Rus’  la  mano  di  una  principessa  imperiale.  Ma  siccome  per  Anna
        Porfirogenita,  sorella  di  Basilio,  il  matrimonio  con  un  barbaro  non  convertito  avrebbe
        significato infrangere sia la tradizione bizantina sia il diritto imperiale, nel 988 Vladimir,
        pur  di  ottenere  in  sposa  la  principessa,  si  lasciò  battezzare.  Tornato  a  Kiev  distrusse  il
        pantheon  pagano,  scacciò  le  sue  concubine  e  le  altre  mogli  e,  secondo  la  Cronaca,
        organizzò un battesimo di massa dei kieviani nello Dnepr. Così la Rus’ di Kiev divenne
        una metropoli della Chiesa orientale, con vescovati a Belgorod, Novgorod e Černigov; il
        metropolita veniva designato dal patriarca di Costantinopoli.


           La  conversione  della  Rus’  al  Cristianesimo  fu  un  trionfo  sia  per  Bisanzio,  che  ora
        esercitava la sua influenza fino al profondo nord, sia per Vladimir, ed ebbe un’importanza
        enorme  anche  per  la  Russia  in  generale:  vincolando  il  destino  della  Rus’  al  mondo
        cristiano e a quella che più tardi sarebbe divenuta l’Europa, Vladimir legò la cultura della
   17   18   19   20   21   22   23   24   25   26   27