Page 23 - Profili di Storia
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Gli uomini e la storia
4. Il documento
† Livelli di scavo
e relativi reperti
Lo studio dei reperti rinvenuti nel Che cos’è il documento Qualunque epoca studi, lo storico non può prescindere dai
corso di scavi e di esplorazioni è documenti (dal latino doceo, «insegno»). Ma che cos’è un documento?
compito dell’archeologia. Il
ritrovamento di strutture Per molti secoli gli storici hanno pensato che i loro documenti fossero soltanto quelli scritti: li-
architettoniche, di oggetti di uso bri, carte, pergamene, papiri, epigrafi: qualsiasi materiale, insomma, che portasse su di sé la
quotidiano, come per esempio
utensili e vasi ceramici, o ancora scrittura dell’uomo. Oggi si è invece imposta una concezione molto più ampia di documento.
resti organici, come ossa d’uomo o Diamo la parola a un grande storico francese del Novecento, Lucien Febvre:
di animale, consente di individuare
tecniche costruttive, modi di vita e
rapporti sociali che altrimenti La storia si fa con i documenti scritti, certamente. Quando esistono. Ma la si può fare, la si deve
rimarrebbero ignoti. In altre parole i fare senza documenti scritti se non ce ne sono. Con tutto ciò che l’ingegnosità dello storico gli
reperti archeologici sono di supporto
alla ricostruzione della storia consente di utilizzare per produrre il suo miele se gli mancano i fiori consueti. Quindi con delle
dell’uomo e delle società del parole. Dei segni. Dei paesaggi e delle tegole. Con le forme del campo e delle erbacce. Con le
passato. Questo disegno illustra il eclissi di luna e gli attacchi dei cavalli da tiro. Con le perizie su pietre fatte dai chimici. Insomma,
risultato finale di uno scavo
stratigrafico, ovvero la metodologia con tutto ciò che, appartenendo all’uomo, serve all’uomo, esprime l’uomo, dimostra la presenza,
che permette di individuare in uno l’attività, i gusti e i modi di essere dell’uomo. Forse che tutta una parte, e la più affascinante, del
stesso territorio le diverse epoche
che vi si sono succedute. Il disegno nostro lavoro di storici non consiste proprio nello sforzo continuo di far parlare le cose mute, di
si riferisce agli scavi archeologici di far dir loro ciò che da sole non dicono sugli uomini, sulle società che le hanno prodotte, e di co-
Deir el-Balah, in Palestina, e mostra stituire finalmente quella vasta rete di solidarietà e di aiuto reciproco che supplisce alla mancan-
in maniera schematica i diversi livelli
(o strati) incontrati dagli archeologi za del documento scritto?
nel corso dei lavori. La datazione dei
manufatti ceramici rinvenuti in
ciascuno strato ha consentito la La classificazione delle fonti Da quanto detto finora ben si comprende che i documen-
datazione e l’attribuzione allo stesso ti o fonti possono essere di varia natura: materiali, scritte e orali.
insediamento e alla stessa cultura
anche degli altri reperti presenti nel Le fonti materiali sono quelle che trasmettono informazioni attraverso un manufatto,
medesimo livello stratigrafico. senza escludere che questo possa contenere anche comunicazioni verbali. Le fonti mate-
riali comprendono edifici monumentali (chiese, palazzi, castelli), tombe, utensili (vasel-
lame e strumenti), abitazioni, insediamenti, sigilli, stemmi (questi ri-
spondono ai requisiti sia delle fonti scritte sia di quelle materiali), ope-
re d’arte (affreschi, quadri, sculture), ecc.
Le fonti scritte sono quelle in cui l’informazione consiste in una
comunicazione verbale trasmessa mediante la scrittura. Le fon-
ti scritte comprendono i documenti scritti di qualsiasi tipo: cro-
nache, annali, leggi, statuti, bolle, diplomi, privilegi emanati da
un’autorità pubblica, censimenti fiscali, inventari di beni, atti no-
tarili, registri contabili, catasti, lettere, diari, romanzi, vite dei san-
ti, epigrafi, appunti, certificati, giornali, ecc. Generalmente le fonti
scritte sono conservate nelle biblioteche, negli archivi e nei musei.
Le fonti orali sono invece le testimonianze di chi ha vissuto gli av-
venimenti studiati: gli storici di oggi, di solito, registrano queste in-
terviste su nastri magnetici o in filmati video.
Tra le fonti utili per lo studio della storia più recente, quella con-
temporanea, vanno inoltre aggiunte le foto, i film, le trasmissioni
radiofoniche, i programmi televisivi, classificabili come fonti non
scritte.
Le fonti inoltre si distinguono in intenzionali, o volontarie, e preterin-
tenzionali, o involontarie. Le fonti intenzionali sono quelle tracce che
una determinata società ha volontariamente lasciato con lo scopo di traman-
dare il ricordo di sé ai posteri: per esempio, il racconto di uno storico o una iscri-
zione in cui un sovrano racconta le proprie imprese. Le fonti preterintenzionali so-
no le tracce involontarie del passato, le cui capacità di trasmettere informazioni sono
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