Page 6 - Per la difesa dello Spiritismo
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MAGNETISMO ANIMALE
                        E MANIFESTAZIONI SPIRITICHE


                 Ciò   premesso,   inizio   senz’altro   la   mia   analisi   critica,
          cominciando dal rilevare un’affermazione inesatta d’ordine storico,
          che l’autore enuncia a proposito degli antichi magnetizzatori.
                 Egli scrive: «Resta inteso che Deleuze e tutti i magnetizzatori
          non credevano che le loro sonnambole comunicassero con esseri
          invisibili. Essi non contestavano la realtà delle apparizioni spontanee,
          ma   le   consideravano   -   conforme   l’opinione   religiosa   -   quali
          eccezioni; e non credevano affatto alla possibilità di rapporti tra
          viventi e defunti. Ora, questa credenza da tutti condivisa, passò ai
          loro   soggetti   i   quali   estrinsecavano   tutte   le   manifestazioni
          metapsichiche senza mai conferire ad esse carattere spiritico». (Ivi. p.
          342).
                 Faccio rilevare che chi sottolinea l’ultimo periodo, è l’autore
          stesso, con ciò dimostrando quale importanza teorica egli attribuisca
          alla circostanza segnalata; la quale, invece, è storicamente inesatta; e
          ciò   fino  al   punto  che   il  vero   significato  della  medesima   risulta
          diametralmente contrario a quello presunto dal Sudre. Infatti, se si
          consultano i trattati di «magnetismo animale», si rileva in proposito
          come a dispetto delle prevenzioni dei magnetizzatori (prevenzioni
          giustificate dal fatto ch’essi temevano che le manifestazioni di tal
          natura   dovessero   maggiormente   ostacolare   il   loro   còmpito   di
          convincere il mondo che con le pratiche magnetiche si conseguivano
          guarigioni   meravigliose),   a   dispetto   di   siffatte   prevenzioni,   le
          manifestazioni di entità di defunti pel tramite delle sonnambole, si
          realizzavano con notevole frequenza; e lo stesso Deleuze, nella sua
          corrispondenza col dottor Billot, lo riconosce in questi termini:
                 «Io   non   scorgo   ragioni   per   negare   la   possibilità   delle
          apparizioni   di   persone   che   dopo   avere   abbandonata   l’esistenza
          terrena, si occupino ancora dei loro cari e si manifestino ad essi per
          impartire loro consigli. Proprio di questi giorni venni a conoscenza di
          uno di tali episodi. Eccolo qui... ».
                 E il Deleuze espone il caso di una sonnambola, alla quale si


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