Page 227 - Per la difesa dello Spiritismo
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levato in alto, quasi fosse in atto di palleggiarlo. A un dato momento,
          il bimbo si era reclinato, e avvicinando il proprio visino a quello di
          colei che lo teneva, aveva scoccato alcuni baci sulla di lei fronte, baci
          da noi chiaramente uditi. In seguito, «John» informò che la forma
          muliebre in discorso, era la madre defunta della padrona di casa, e
          che il bimbo era il figlio di quest’ultima. Sta di fatto che la madre
          della signora Avellino, morta da quarant’anni, era solita portare in
          vita una cuffia merlettata, annodata sotto il mento con nastro rosa. A
          tale seduta assistevano con me, il prof. Enrico Morselli e il dottore
          Giuseppe Venzano. Il prof. Morselli ne diede relazione nella sua
          opera: «Psicologia e Spiritismo» , ed io feci altrettanto nel mio libro:
          «Ipotesi spiritica e teorie Scientifiche». In base a quanto esposto, si
          rileva che le mie personali esperienze testificano tutto il contrario di
          quanto   asserisce   il   mio   critico;   e   cioè,   testificano   che   le   altrui
          esperienze lungi dal perdere costantemente buona parte del loro
          prestigio teorico non appena si rinnovino personalmente, sono invece
          suscettibili di acquistarne molto di più, in conseguenza di una prova
          siffatta.   In   ogni   modo,   giova   rammentare   che   nei   casi
          d’identificazione spiritica, le prove di fatto consistono in documenti
          psicografici dettati dai mediums, oppure raccolti stenograficamente
          dalle labbra dei mediums; vale a dire che in simili contingenze le
          prove   di   fatto   poste   a   fondamento   delle   teorie,  risultano
          indipendenti dalla testimonianza umana.
                 In altri termini: Da una parte l’obbiezione del mio critico
          quasi   non   riguarda   i   casi   d’identificazione   spiritica;   e   dall’altra,
          risulta contraddetta dai fatti, e solo in circostanze speciali, facilmente
          rilevabili,   deve   tenersi   nel   debito   conto.   Tali   conclusioni   sono
          importanti, giacché l’obbiezione in esame risulta abbastanza grave, in
          quanto   tende   a   spargere   il   discredito   sul   valore   intrinseco   della
          testimonianza umana, di cui il mio critico esagera le deficienze.
          Deficienze   che   quando   si   realizzano,riguardano   circostanze
          episodiche   di   second’ordine;   giammai   l’autenticità   dei   fenomeni
          essenziali. Così, ad esempio, nel caso di Estella Livermore nessun
          relatore,   per   quanto   smemorato,   avrebbe   potuto   trascurare,   o
          esagerare, o travisare il fatto teoricamente essenziale occorso nella


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