Page 47 - Fisica per non fisici
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Ma siamo sicuri che le cose stiano proprio così?
              Immaginiamo per un momento che, al posto del convoglio, ci sia uno sciatore su
          uno snowboard che corre sul ghiaccio, senza attrito, dopo essersi lanciato lungo un
          meridiano. Lo sciatore scivola verso l’equatore ma ricordiamoci che la Terra ruota

          intorno  al  suo  asse  in  senso antiorario  per  un  osservatore  che  la  guarda  da
          un’ipotetica astronave ferma sopra il Polo Nord.
              Così,  correndo  senza  attrito,  lo  snowboard  non  è  «trascinato»  dalla  rotazione
          terrestre. Diciamo pure che la Terra «scivola sotto» lo snowboard.

              La situazione è analoga alla seguente: supponiamo di aver appoggiato un foglio
          bianco su un tavolo e di averlo fissato nel mezzo con una puntina da disegno. Poi,
          con una matita, tracciamo a mano libera una linea dritta che, più o meno dal punto
          dove abbiamo fissato la puntina, va verso la nostra pancia.

              Osserviamo ora il disegno che abbiamo eseguito: sì, a parte qualche incertezza
          della nostra mano, vediamo che si tratta di una linea retta.
              Adesso ripetiamo tutto da capo con un nuovo foglio ma stavolta vicino a noi c’è
          un amico che, mentre disegniamo, fa ruotare il foglio intorno alla puntina in senso
          antiorario.  Noi andiamo  sempre  dritti  verso  la  nostra  pancia  mentre  il  foglio

          «scivola sotto» la punta della matita. Quando osserveremo il disegno che abbiamo
          ottenuto vedremo che rispetto al foglio, sulla sua superficie, abbiamo tracciato una
          linea curva che dal punto di partenza va verso destra.


          Così, dalla nostra astronave, vediamo lo sciatore correre lungo la superficie terrestre
          intersecando  successivamente  i  paralleli  e  mantenendo  una  velocità  di  modulo
          costante.
              D’altra parte, proprio perché la Terra gira su sé stessa, durante la corsa vediamo

          che  lo  sciatore  incontra  successivamente  non  soltanto  paralleli  diversi  ma  anche
          meridiani diversi. La figura 15 ci aiuta a capire meglio la questione.
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