Page 108 - Fisica per non fisici
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Ubriachi  a  parte,  il  ragionamento  che  abbiamo  fatto  ci  aiuta  a  comprendere  il
          meccanismo  del moto browniano.  Il nome deriva da quello del botanico scozzese
          Robert  Brown  (1773-1858)  che  nel  1827,  esaminando  al  microscopio  piccole
          particelle  di  polline  contenute  in  una  goccia  d’acqua,  osservò  che  esse,

          indipendentemente le une dalle altre, erano animate da un incessante movimento a
          «zigzag».

          Questo movimento costituisce di fatto la prova dell’esistenza del moto molecolare:

          le  particelle  di  polline  sono  infatti  abbastanza  grandi  da  essere  visibili  al
          microscopio  ma  sono  abbastanza  piccole  da  essere  mantenute  in  movimento  e
          continuamente  deviate  qua  e  là  dagli  urti  che  ricevono  da  parte  delle  invisibili
          molecole d’acqua che le circondano in continuo movimento.

              Possiamo  avere  una  verifica  dell’esistenza  del  moto  browniano  se  facciamo
          cadere  una  goccia  di  inchiostro  in  un  bicchiere  pieno  d’acqua:  notiamo  che  la
          colorazione  dell’acqua diffonde  lentamente  fino  a  che  si  ottiene  una  colorazione
          uniforme in tutto il bicchiere. Le molecole di inchiostro sono infatti spinte in modo
          del  tutto  casuale  dalle  molecole  d’acqua  finché  occupano uniformemente  tutto  il

          volume che hanno a disposizione.
              Tuttavia,  a  una  analisi  superficiale,  è  sorprendente  che  avvenga  una  tale
          diffusione. Infatti, proprio perché le molecole di inchiostro sono urtate in modo del

          tutto casuale, ci potremmo aspettare che ciascuna molecola rimanesse praticamente
          ferma, più o meno laddove è caduta la goccia. Certamente: una volta è spinta in là;
          un’altra  volta  in  qua.  In  media  dovrebbe  rimanere  dove si  trovava  inizialmente
          proprio come ci saremmo aspettati per la posizione di quel signore ubriaco. Invece,
          come  abbiamo  visto,  le  distanze  crescono  all’aumentare  dei  passi  e  altrettanto  le

          molecole di inchiostro si trovano sempre più distanti dalla loro posizione originaria
          quanti più urti ricevono dalle molecole circostanti.





          Due problemi di calcolo delle probabilità


          Abbiamo parlato di probabilità e allora vi propongo un paio di semplici problemi
          che però trovo molto interessanti.


          Il primo problema è questo. Abbiamo due fogli di cartoncino di uguali dimensioni.
          Uno ha entrambe le facce colorate di rosso e l’altro ha una faccia rossa e una bianca.

          Un vostro amico sceglie a caso uno dei due cartoncini e, senza guardarlo, lo pone sul
          tavolo. Se il cartoncino mostra una faccia bianca siamo sicuri che la faccia nascosta
          è rossa; ma se mostra una faccia rossa qual è la probabilità che la faccia nascosta sia
          bianca?
              Saremmo tentati di rispondere che la probabilità è 1/2 cioè il cinquanta per cento
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