Page 90 - Pigmenti
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Azzurri e blu - Dall’antichità al XVIII secolo
Nome: BLU EGIZIO Sinonimi: BLU POMPEIANO
Formula chimica Colore Origine Utilizzo storico Tecniche di Potere Potere
utilizzo colorante coprente
CaO·CuO·4SiO 2 AZZURRO SINTETICA E’ stato il È stato Ha basso Medio
CHIARO primo impiegato in indice
pigmento pittura, per di rifrazione
silicato basico di rame sintetico tempera e è trasparente
e calcio. prodotto affresco, e ha medio
dall’uomo. macinato potere
Il pigmento analogo, Prodotto grossolanamen coprente;
contenente bario al come vetro te per un
posto del calcio, è stato con aggiunta colore intenso
prodotto dai cinesi di fondenti sin Sconsigliato
(dinastia Han) e si nell’olio e
chiama BLU HAN. dagli Egizi
nell’encausto
Stabilità chimica Stabilità Compatibilità Tossicità Costo 100
fotochimica chimica g
Estremamente Molto stabile Compatibile Non tossico 300
stabile all’aria, alla luce. con tutti i ma irritante Euro
si conserva pigmenti per la a livello
inalterato da sua inerzia. inalatorio
più di 3000
anni.
Può essere
confuso con
l’azzurrite per
la sua tonalità
azzurra
tendente al
verde, ma si
differenzia da
quella poiché
insolubile in
acidi anche a
Statuetta rivestita di Blu egizio
caldo
Preparazione: Si tratta di un doppio silicato di rame e calcio, ottenuto dal riscaldamento per 10-100 ore ad alta
temperatura 850-1000°C della silice, malachite o altro sale di rame, carbonato o idrossido di calcio e carbonato di sodio
come fondente. Esistono varie ricette per la sua preparazione di cui una risalente al I secono A.C. (Vitruvio)
Reazione di preparazione: 4SiO 2 +CuCO 3 + Ca(OH) 2 = CaO·CuO·4SiO 2 (azzurro) + H 2 O + CO 2
Biossido di silicio (silice) + carbonato rameico + idrossido di calcio = silicato basico di rame e calcio + acqua +
anidride carbonica
Note:
Questo pigmento, noto anche come Blu Pompeiano o Fritta, è probabilmente il più antico pigmento sintetico prodotto
dall’uomo (3100 a.C.). La sua invenzione, dettata forse dalla necessità di disporre di un pigmento blu più stabile
dell’Azzurrite (gli Egizi non avevano miniere di lapislazzuli), è sorprendente per la genialità del processo di sintesi e
per le qualità del prodotto finale. Molti reperti decorati con Blu egiziano, risalenti a più di 3000 anni fa, mantengono
tuttora inalterato il loro colore.
Il pregio del Blu egiziano era tale che, tremila anni dopo la sua introduzione, a Roma esso era più pagato della Porpora
di Tiro. A quel tempo esso era commercializzato come Caeruleum vestorianum anzichè Caeruleum aegyptium da un
tale Vestorio di Pozzuoli, che aveva imparato la ricetta da qualche maestro egiziano.
Il Blu egiziano si trova spesso sugli affreschi in Egitto ma anche in Mesopotamia (Nimrud e Ninive), in Grecia e a
Roma (Pompei); fu usato inoltre per la decorazione di oggetti preziosi. Fu utilizzato fino al 400 d.C.
Nessun pigmento dell’antichità è stato tanto studiato quanto il Blu egiziano. Vitruvio ne descrive la preparazione nel I
secolo d.C., ma fu nel XIX secolo che la sua composizione chimica e la sua struttura furono definite, insieme alla
chimica che sta alla base della sua produzione.
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