Page 69 - 101 storie di gatti
P. 69

38.



                             HUMPHREY, GATTO


                             D’INGHILTERRA





          Di lui esiste una celebre foto: muso e collo bianco, orecchie e manto nero che

          formano un bel contrasto con la guida rossa che conduce all’ingresso della residenza
          del Primo ministro inglese. Un poliziotto lo guarda quasi con rispetto. È Humphrey,
          il più celebre cacciatore di topi di tutta l’Inghilterra, entrato a servizio del premier
          inglese nel 1989, in sostituzione di un collega di nome Wilberforce che era da poco
          venuto a mancare. Era un gatto randagio, ma grazie alle sue capacità si era sistemato
          bene: per uno stipendio governativo di circa cento sterline l’anno doveva sterminare
          tutti i roditori presenti nell’edificio. Era arrivato giovanissimo al numero dieci della

          celebre strada, e dopo essere stato adottato dalla Thatcher, i suoi giorni migliori li
          aveva conosciuti con John Major, che nel 1996 lo aveva addirittura voluto in primo
          piano sul suo cartoncino natalizio. Come tutti i grandi personaggi, non aveva potuto
          sottrarsi alle attenzioni della stampa. Nel 1994 venne accusato di aver sterminato una
          nidiata di pettirossi, ma in sua difesa si schierò Major: «Il mio gatto non è un serial
          killer. I pettirossi sono morti per cause naturali», aveva dichiarato il premier dopo

          aver svolto un’approfondita indagine sul caso. Humprey, del resto, era sempre stato
          una mascotte inquieta. Più volte il micio di Downing Street aveva conquistato i titoli
          dei tabloid, soprattutto quando scompariva per settimane, e poi veniva ritrovato in un
          ospedale oppure nel vicino parco di St James.
              Lavorò anche per Tony Blair, che però, sei mesi dopo il suo arrivo, lo tolse di
          mezzo, suscitando le ire della stampa: le prime pagine dei giornali inglesi si chiesero
          che fine avesse fatto il gatto fino a quando i nuovi padroni non mostrarono la foto di

          Humphrey seduto su una pila di quotidiani con la data del giorno. La sparizione
          sembrò causata dall’insofferenza della moglie del Primo ministro, Cherie Blair, che
          aveva suscitato il furore nazionale e perfino un’interrogazione parlamentare da parte
          del conservatore Alan Clark, che nell’aula dei Comuni aveva tuonato: «Dimostrateci
          che Humphrey è vivo». Tony Blair si era difeso facendo dire a un suo portavoce che
          il gatto era stato trasferito a casa di una dipendente di Downing Street per ordine del

          veterinario. «Vive in un quieto angolo suburbano ma la sua salute è pessima. È
          vecchio e ha bisogno di riposo». I sospetti, però, non si erano placati fino a che non
          si era diffusa la famosa fotografia.
              Centinaia sono stati gli articoli a lui dedicati nel giorno della sua morte: il 21
          marzo del 2006, alla veneranda età di diciotto anni: l’annuncio ufficiale del decesso
          è stato dato da un portavoce del governo. Un quotidiano, il «Sun», ha osato
          addirittura questo titolo: «Il mondo della politica piange la morte di una leggenda».

          Humphrey, infatti, aveva goduto dei favori di due primi importanti ministri
   64   65   66   67   68   69   70   71   72   73   74