Page 63 - 101 storie di gatti
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                             STEINLEN E IL GATTO NERO




                             Eccomi qua. Sono il gatto nero e sono l’insegna di un locale. E che

          locale! È uno dei primi cabaret di Parigi, anno di fondazione 1881, chiamato appunto
          Le chat noir. La mia sagoma, un po’ stilizzata, è diventata famosissima, l’ha
          disegnata un pittore che amava molto quelli come me: era un gattofilo talmente

          sfegatato che era stato soprannominato “il re dei gatti”. Si chiamava Theophile-
          Alexandre Steinlen ed era ovviamente un frequentatore del luogo. Sotto la mia
          insegna ho visto passare un mondo, tutto l’universo letterario ed artistico francese
          della fine dell’Ottocento. Devo dire tutto molto interessante: in queste sale un po’
          fumose ho assistito a lunghe discussioni; ho conosciuto il romanziere più famoso di
          tutti i tempi, Victor Hugo, il poeta Verlaine, il pittore Degas e perfino l’altro grande
          pittore, Renoir. Attori e artisti di ogni genere, tutti hanno alzato gli occhi verso di
          me, che sono stato sempre accogliente come il proprietario del locale, Rodolphe

          Salis, anche lui molto conosciuto, ma mai quanto me.
              Io sono magrolino, con il pelo un po’ arruffato e una lunga coda. Mi si vede
          benissimo fin da lontano, e ho l’aria di chi la vita se la gode. Le chat noir, eccomi, un
          gatto famoso, il primo dei tanti quadri, bozzetti, incisioni venuti fuori dal pennello di
          chi mi ha immaginato, praticamente il pittore di tutte le dinastie dei felini di

          Montmartre. Mi ha ritratto di un bel color nero d’ebano, diritto sulle zampe e con
          un’aureola dorata. Vi voglio ricordare che siamo nella Parigi della Belle Époque, e
          qui, oltre a discutere, pardon, dibattere, ci si diverte molto…
              La mia insegna si trova, anzi si trovava, al numero 84 di rue de Rochechouart,
          proprio ai piedi della collinetta di Montmartre. Qui vengono tutti i parigini amanti
          della poesia, dell’arte, della satira e … dei gatti! Guai a chi non li ama, resterà
          chiuso fuori. Un poeta, Aristide Bruant, mi ha anche dedicato dei sonetti e ne sono

          molto lusingato. Ma sono molto più contento del fatto che un pittore, Toulouse-
          Lautrec, ha ripreso la mia silhouette in un suo quadro. Insomma, alla fine sono
          diventato talmente famoso che ho dovuto traslocare perché c’era bisogno di più
          spazio, e in questo secondo locale non ci sono solo io. Il mio pittore, Steinlen, ha
          dovuto dipingere due grandi quadri: L’apoteosi dei gatti di Montmartre, che
          rappresenta il trionfo del proprietario del locale e, ovviamente, dei miei colleghi, e

          La baldoria dei gatti. Non è fantastica la mia vita? Non per nulla sono un gatto
          parigino della Belle Époque…
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