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IL GATTO CICO CHE VOLEVA
FARE IL BIDELLO
Carmen e il gatto Cico si erano scelti e si amavano tantissimo: la ragazzina lo
aveva cresciuto dopo averlo salvato dalla bocca di un cane, come spesso capita in
campagna. Cico era un bel gattone con il pelo tigrato, lo sguardo altero e dolce allo
stesso tempo, il corpo affusolato, e un bellissimo paio di baffi. Viveva in paese, ma
era libero di girare, fidanzarsi, lottare, andare a caccia, insomma, di fare la bella
vita. La cosa per cui Cico era famoso in tutto il paese era però la sua facoltà di
capire esattamente l’orario in cui suonava la campanella di uscita della scuola. È pur
vero che si trovava a cinquecento metri da casa, ma lui a mezzogiorno e mezzo in
punto era lì, con il sole, la pioggia, perfino con la neve, ad aspettare la sua Carmen:
appena la vedeva le correva incontro. La storia del gatto che andava a prendere la
bambina a scuola aveva fatto il giro del paese e Cico veniva salutato anche dalla
bidella, una signora gioviale di nome Lalla che lo trovava puntuale sempre fuori dal
portone. L’uscita era sempre alla stessa ora, solo il giovedì c’era una lezione in più
e si terminava un’ora dopo. Nessuno, neanche la bidella Lalla, la mamma Titina o
Carmen, riuscirono mai a spiegarsi come faceva il gatto Cico a presentarsi fuori
dalla scuola alle tredici e trenta, solo e soltanto il giovedì. Nel piccolo centro dove
viveva la famiglia c’erano solo le scuole elementari e le medie, quindi l’incarico di
bidello assegnato honoris causa al gatto Cico cessò quando Carmen per frequentare
il liceo si spostò da Passoscuro a Fiumicino. Il gatto accompagnava la ragazza alla
corriera la mattina presto, ma poi aspettava il suo ritorno a casa, poiché gli orari non
erano mai certi; il gatto aveva capito che ora all’uscita di scuola c’era un fidanzato
ad attendere la sua bella Carmen…