Page 155 - Dizionario italiano-cane e cane-italiano
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cino al mio compagno umano accadono sempre cose piacevoli» e si realizza cammi-
nandogli accanto e tirando dei bocconcini vicino a sé.
In questo caso abbiamo una focalizzazione in movimento, molto utile poi nella
conduzione al guinzaglio. Abbiamo quindi l'accreditamento, che si basa anche sulle
capacità della persona di assumere un ruolo coordinativo.
Poi si dovrà lavorare sul rendere la mano un target interessante sia attraverso l'ac-
creditamento della mano (da lì arrivano i bocconcini) sia attraverso il louring (segui il
movimento della mano).
La mediazione è il secondo step e ha un'importanza fondamentale in tutta la rela-
zione, per esempio per evitare il comportamento impulsivo. Consiste nel fare in modo
che il cane consideri il proprio umano l'intermediario per ottenere più velocemente
quello che desidera e quindi non persegua gli obiettivi in modo diretto e individuale. I
lupi (da cui i cani derivano) infatti hanno due procedure operative: 1) se l'obiettivo è
alla loro portata, per esempio cacciare un piccolo roditore, partono in modo diretto;
2) se l'obiettivo è più oneroso, per esempio cacciare un cervo, cercano la concertazio-
ne di gruppo. Obiettivo della mediazione è di rendere l'opzione 2 prevalente cosicché
il cane si rivolge al proprio umano ogni qualvolta ha bisogno di qualcosa.
Gli esercizi sono:
• Le richieste, per esempio il doggy-zen che consiste nel tenere un bocconcino nel
pugno stando fermi, farlo annusare al cane che cercherà di prenderlo e darglielo non
appena si ferma e ci guarda.
• I permessi, di cui il rito alimentare è un esempio, cioè: appoggiare la ciotola se il
cane sta fermo e quindi dargli il «vai».
Gli esercizi di mediazione aiutano anche a favorire l'autocontrollo del cane oltre
che trasformare il suo partner umano in un riferimento utile a cui rivolgersi tutte le
volte che si sente calamitato verso un target o un'attività.
Una volta realizzate sia la focalizzazione che la mediazione, si può passare al ripo-
sizionamento, vale a dire riportare il cane centrifugato verso di sé. Un esempio è l'e-
sercizio del «no gratificato»: ci si china accanto al cane, si mette un bocconcino per
terra, allorché il cane si avvicina per prenderlo lo si copre con la mano e gli si dice in
modo molto dolce «no»; non appena il cane al suono del «no» si volta verso di noi, lo
si premia con l'altra mano dandogli un bocconcino.
In questo modo il «no» diventa una risorsa utile per fermare il cane che sta facendo
qualcosa di pericoloso, per esempio prendere un boccone in terra al parco (purtroppo
c'è anche il rischio che sia un'esca avvelenata). In questo caso il «no» non è più una
sola inibizione («Non fare, non prendere»), ma si trasforma in un invito («Se mi guar-
di, arriva qualcosa di piacevole»).
VEDI > AMICIZIA; COLLABORAZIONE; GERARCHIA; RINFORZO;
UBBIDIENZA.