Page 364 - La cucina del riso
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Canada - Toronto-Ontario




                 Lago Michigan. Il raccolto avveniva secondo modalità ben precise, assegnando
                 ad ogni imbarcazione un’area definita e lasciandone cadere in acqua una picco-
                 la parte, così da provocare automaticamente una risemina. A terra, le cariossidi
                 venivano facilmente liberate dalle glume che venivano disperse nell’aria.
                     Il riso, soprattutto quello cresciuto spontaneamente, per il suo gusto
                 particolare, il valore nutritivo, la facilità di abbinamenti e anche per i valori
                 sacrali ad esso attribuiti, viene considerato un po’ come il caviale dei cerea-
                 li. Infatti il suo costo elevato viene spesso contenuto, commercializzandolo
                 in confezioni mischiate a risi più comuni.
                     Un cibo che con grano, fagioli e zucche, chiamati le tre sorelle, perché
                 spesso erano seminati insieme, ben bilanciava, con vitamine e carboidrati,
                 la dieta prevalentemente a base di carne e pesce dei primi abitanti del con-
                 tinente nordamericano.
                     Il riso veniva abbinato a vari ingredienti, come selvaggina, pesce, bac-
                 che, sciroppo d’acero; era bollito in un brodo di carne di selvaggina e poi
                 condito con grassi animali. Poteva essere macinato e, con la farina ottenuta,
                 confezionato in pani. Come i chicchi del granturco poteva essere soffiato,
                 ottenendo una sorta di pop-corn.
                     Ancora oggi, per certe tribù indiane, questa semente sacra e dono di
                 Dio è oggetto di manifestazioni come il “Mahnomin Festival” in Minneso-
                 ta, celebrato con canti, danze rituali e ovviamente preparazioni tradizionali.
                     Il riso selvatico è leggendario. Il particolare status di cui gode presso
                 le prime popolazioni del Nord America si accompagna a storie fantasiose.
                     I Chippewa raccontano che Wenebojo, il briccone della tribù, udiva
                 in continuazione voci provenire dall’altra sponda del vasto lago dove era
                 situato  il  villaggio;  per  soddisfare  la  sua  curiosità,  decise  di  mettere  in
                 acqua la sua canoa, chiedendo alla nonna Nokomis di seguirlo, e insieme
                 attraversarono il lago. In prossimità dell’altra sponda, il pagaiare si fece
                 difficile per l’affiorare di una vasta distesa di vegetazione palustre. In quel
                 frangente, voci provenienti dai lunghi steli affioranti dall’acqua e carichi di
                 spighe consigliarono loro di coglierli e usarne i chicchi come cibo; cosa che
                 i Chippewa fecero da quel momento.
                     Sempre presso i Chippewa, si racconta che il riso selvatico fu scoperto
                 quando un guerriero, ritornato al campo, sorprese un’anatra appollaiata sul



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