Page 15 - La verità sul caso di mister Valdemar
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Ho parlato di suono e di voce. Voglio dire che il suo-
no era d’una sillabazione distinta, anzi meravigliosa-
mente distinta. Mister Valdemar parlava; evidentemente
per rispondere alla domanda che gli avevo fatto qualche
minuto prima. Gli avevo domandato, come si ricorderà,
se dormiva sempre. Ora diceva:
«Sì, – no – ho dormito..., e ora... ora son morto.»
Nessuna delle persone presenti cercò menomamente
di dissimulare e neanche di reprimere l’indicibile orrore
che queste poche parole così pronunciate non mancaro-
no di destare in ognuno. Mister L., lo studente, svenne.
Gli infermieri lasciarono immediatamente la stanza, e fu
impossibile indurli a ritornare. Quanto alle mie proprie
impressioni, non pretendo di renderle intelligibili al let-
tore. Per circa un’ora ci occupammo in silenzio – senza
pronunciare parola – a richiamare mister L. in vita, e
quando questi fu ritornato in sé riprendemmo le nostre
investigazioni sulle condizioni di mister Valdemar.
Egli era rimasto assolutamente come l’ho descritto
poc’anzi, tranne che lo specchio non dava più traccia di
respirazione. Un tentativo di salasso al braccio non riu-
scì. Devo anche menzionare che questo arto non era più
soggetto alla mia volontà. Fu invano che mi sforzai di
fargli seguire la direzione della mia mano. Il solo vero
indizio dell’influenza magnetica si manifestava ora nella
vibrazione della lingua, ogni volta che facevo una do-
manda. Pareva che egli si sforzasse di rispondere, ma
che non avesse più abbastanza volontà per farlo. Alle
domande avanzate da altre persone sembrava del tutto
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