Page 11 - La verità sul caso di mister Valdemar
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noscere. Con alcuni gesti laterali feci battere le palpe-
bre, come quando ci prende il sonno, e insistendo le
chiusi interamente. Ma non ero ancora soddisfatto e
continuai i miei atti con vigore e con la più intensa con-
centrazione di volontà fino a quando non ebbi irrigidito
del tutto le membra del dormente, dopo averlo collocato
in una posizione apparentemente comoda: le gambe lun-
ghe distese, e così anche le braccia che posavano sul let-
to a poca distanza dai fianchi. La testa era leggermente
sollevata.
Quando ebbi terminato tutto questo, era mezzanotte;
pregai allora i presenti di esaminare le condizioni del si-
gnor Valdemar.
Dopo alcune constatazioni essi dichiararono che era
in uno stato di catalessi singolarmente perfetta; la curio-
sità di ambedue i medici era grande. Il dottor D. risolse
di passare tutta la notte presso l’infermo, mentre il dot-
tor F. nel salutarci promise di tornare all’alba; il signor
L. e gli infermieri restarono.
Lasciammo Valdemar assolutamente indisturbato sino
alle tre del mattino, quando lo avvicinai e lo trovai esat-
tamente nello stesso stato di quando se ne era andato il
dottor F., e cioè nella medesima posizione, il polso im-
percettibile, la respirazione calma (sensibile soltanto ac-
costandogli uno specchio alle labbra), gli occhi chiusi
naturalmente e le membra rigide e fredde come marmo.
Però il suo aspetto generale non era certamente quello
della morte.
Nell’avvicinarmi a Valdemar feci un debole sforzo
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