Page 14 - La verità sul caso di mister Valdemar
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more sensibile, lasciando la bocca tutta aperta e mo-
strando la lingua nera e gonfia. Coloro che assistevano,
erano presumibilmente abituati agli orrori di un letto di
morte, ma l’aspetto di mister Valdemar era talmente
spaventoso che indietreggiammo tutti insieme dal letto.
Sento di essere giunto al punto del mio racconto, che
indurrà il lettore a non credermi. Ad ogni modo il mio
compito è di seguitare.
Mister Valdemar non dava più il minimo indizio di
vita, e, concludendo che fosse morto, lo abbandonammo
alle cure degli infermieri. Ma allora divenne sensibile
una forte vibrazione della lingua che durò forse un mi-
nuto. Dalle mascelle tese e immobili uscì quindi una
voce, che sarebbe follia tentar di descrivere. Vi sono tut-
tavia due o tre epiteti che potrebbero servire a designar-
la parzialmente; potrei dire per esempio che aveva un
suono aspro, rotto, vuoto; ma l’orribile insieme non è
descrivibile, per la semplice ragione che simili suoni
non hanno mai offeso orecchie umane.
Vi erano però due particolari, che, credevo allora e
credo anche ora, potrebbero essere dati come caratteri-
stici dell’intonazione e che possono suggerire un’idea
della sua stranezza ultraterrena. In primo luogo la voce
sembrava giungere alle nostre orecchie – almeno alle
mie – da una gran distanza, o da qualche profonda ca-
verna sotterranea. In secondo luogo, essa mi dette la
stessa impressione (temo proprio che mi sia impossibile
farmi comprendere) che danno le materie glutinose o
gelatinose al senso del tatto.
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