Page 12 - La verità sul caso di mister Valdemar
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per decidere il suo braccio a seguire il mio nei lenti mo-
           vimenti che descrivevo in su e in giù sulla sua persona.
           Quando altre volte avevo tentato tali esperimenti con
           questo paziente, non mi erano mai riusciti perfettamente
           né speravo di riuscir meglio ora; ma, con mia grande
           meraviglia, il suo braccio, docilmente seppure debol-
           mente, si mise a seguire le direzioni che gli assegnavo
           col mio. Mi decisi allora ad azzardare qualche parola di
           convenienza.
              «Signor Valdemar,» dissi « dormite?»
              Non rispose, ma scorsi un tremito sulle sue labbra e
           fui così indotto a ripetere la domanda, e poi ancora, e
           poi ancora. Alla terza volta tutto il suo corpo fu mosso
           da un lieve tremore, le palpebre si alzarono sino a mo-
           strare una linea bianca dell’orbita, le labbra si mossero

           pigramente, ed emisero, in un sospiro appena intelligibi-
           le, le parole seguenti:
              «Sì, ora dormo. Non mi svegliate! Lasciatemi morire
           così!»
              Tastai le membra e le trovai sempre rigide come pri-
           ma. Il braccio destro obbediva sempre alla direzione
           della mia mano. Interrogai nuovamente il sonnambulo:
              «Sentite sempre dolore al petto, signor Valdemar?»
           La risposta, ora, fu immediata, ma anche più debole del-
           la prima.
              «Nessun dolore, muoio.»
              Non credetti conveniente disturbarlo altrimenti e nul-
           la di nuovo fu detto o fatto sino all’arrivo del dottor F.,
           che giunse un’ po’ prima dell’alba e manifestò grandissi-


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