Page 17 - Ligeia
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Drappo mortuario, il sipario.tuario, il sipario.
Drappo mor
E gli angeli, pallidi e disfatti, gli angeli, pallidi e disfatti,
E
A
Alzandosi e svelandosi, affermanolzandosi e svelandosi, affermano
Che quella è la trage
Che quella è la tragedia dell’uomodia dell’uomo
E il Verme conquistatore, l’eroe. il Verme conquistatore, l’eroe.
E
«O Dio!» urlò quasi Ligeia saltando in piedi e tenden-i Ligeia saltando in piedi e tenden-
«O Dio!» urlò quas
do
do le braccia al cielo con un movimento spasmodico, le braccia al cielo con un movimento spasmodico,
non
non appena ebbi finito di recitare quei versi. «O Dio! O appena ebbi finito di recitare quei versi. «O Dio! O
Padre celeste! Queste cose si debbono compire irremis-adre celeste! Queste cose si debbono compire irremis-
P
sibilmente? Questo conquistatore non sarà mai vinto?ente? Questo conquistatore non sarà mai vinto?
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Non
Non siamo noi forse parte di Te? Chi, chi conosce i mi- siamo noi forse parte di Te? Chi, chi conosce i mi-
steri e la forza della volontà? L’uomo non cede agli an- e la forza della volontà? L’uomo non cede agli an-
steri
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geli né interamente alla morte se non per la debolezzaeli né interamente alla morte se non per la debolezza
della sua minuscola volontà!»ola volontà!»
della sua minusc
E
E allora, come esausta dall’emozione, essa lasciò ri- allora, come esausta dall’emozione, essa lasciò ri-
cadere
cadere le bianche braccia e solennemente ritornò al suo le bianche braccia e solennemente ritornò al suo
l letto di morte. E mentre emetteva i suoi ultimi aneliti,etto di morte. E mentre emetteva i suoi ultimi aneliti,
venne sulle sue labbra a mescolarsi con essi un indistin-enne sulle sue labbra a mescolarsi con essi un indistin-
v
to
to mormorio. Tesi l’orecchio e riconobbi ancora una mormorio. Tesi l’orecchio e riconobbi ancora una
volta
volta le ultime parole del brano di Glanvill: “....l’uomo le ultime parole del brano di Glanvill: “....l’uomo
non
non cede agli angeli, né interamente alla morte, se non cede agli angeli, né interamente alla morte, se non
per la debolezza della sua minuscola volontà”.er la debolezza della sua minuscola volontà”.
p
E
Essa morì, e io, annientato dal dolore, non potei più assa morì, e io, annientato dal dolore, non potei più a
lungo sopportare la derelitta solitudine della mia dimoraungo sopportare la derelitta solitudine della mia dimora
l
in quell’antica città che cadeva in rovina sulle rive del quell’antica città che cadeva in rovina sulle rive del
in
Reno.
Reno.
Non
Non mancavo di ciò che il mondo suol chiamare ric- mancavo di ciò che il mondo suol chiamare ric-
chezza: e Ligeia me ne aveva portata assai più di quanta e Ligeia me ne aveva portata assai più di quanta
chezza:
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