Page 30 - Myricae
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Giovanni Pascoli - Myricae

                                                             I
                                                        ROMAGNA


                                          a Severino

                                          Sempre un villaggio, sempre una campagna
                                          mi ride al cuore (o piange), Severino:
                                          il paese ove, andando, ci accompagna
                                          l’azzurra vision di San Marino:

                                          sempre mi torna al cuore il mio paese   5
                                          cui regnarono Guidi e Malatesta,
                                          cui tenne pure il Passator cortese,
                                          re della strada, re della foresta.

                                          Là nelle stoppie dove singhiozzando
                                          va la tacchina con l’altrui covata,    10
                                          presso gli stagni lustreggianti, quando
                                          lenta vi guazza l’anatra iridata,
                                          oh! fossi io teco; e perderci nel verde,
                                          e di tra gli olmi, nido alle ghiandaie,
                                          gettarci l’urlo che lungi si perde     15
                                          dentro il meridiano ozio dell’aie;

                                          mentre il villano pone dalle spalle
                                          gobbe la ronca e afferra la scodella,
                                          e ‘1 bue rumina nelle opache stalle
                                          la sua laborïosa lupinella.            20

                                          Da’ borghi sparsi le campane in tanto
                                          si rincorron coi lor gridi argentini:
                                          chiamano al rezzo, alla quiete, al santo
                                          desco fiorito d’occhi di bambini.




                                                                                       22
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