Page 8 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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tutti gli altri con itti impallidiscono. Ci sono in corso guerre civili in
America Latina, una alternanza disperata fra dittature e rivolte. Allende
prova la sua terza via in Cile, su Cuba pende l’ombra di una Guerra
Nucleare, gli studenti sono in rivolta ovunque, dal Messico, dove Oriana
viene ferita, ai paesi europei, tutti, inclusi i paesi socialisti.
In Medio Oriente si a erma la forza di Israele, che nel 1967 fa la sua
più importante operazione di penetrazione in territorio arabo: la
occupazione che modi ca i con ni n allora de niti di Cisgiordania e
Transgiordania. Nella operazione militare il re Hussein di Giordania perde
metà del suo regno e i palestinesi hanno perso quasi tutto. Ora da una
serie di basi militari una nuova specie di palestinese, il dayn, può solo
attaccare i soldati israeliani che occupano la terra che una volta era sua.
È un importantissimo con itto, ma nulla delle dimensioni del Vietnam.
E infatti è sul Vietnam che, nella notte chiara che a malapena copre le
loro tracce, i due viaggiatori da Amman al fronte, rimuginano: «Moroldo
chiese: “Tutto a posto?”. Io gli risposi: “No, grazie”. Così lui aggiunse:
“Neanch’io. Ma l’abbiamo già fatto, siamo stati in Vietnam”. “Dalla parte
degli americani, Moroldo. Ora è come se ci tornassimo dalla parte dei
Vietcong”».
Ecco la prima de nizione emergere: i palestinesi sono i ribelli, sono
coloro che sfidano dalla parte giusta, sono i piccoli della disfida.
Oriana è una specialista di simpatia nei confronti degli underdog.
Ammiratrice degli Stati Uniti, da Saigon non ha mai risparmiato loro
critiche, in nome proprio della popolazione più so erente. E ora in
Palestina (la chiamiamo così ma all’epoca in cui questa storia è
ambientata si spendevano molte energie nella de nizione di questo
nome) lei arriva come grande ammiratrice di Israele, ma «obbligata» dal
suo lavoro di giornalista a raccontare le ragioni di questo popolo
trascurato dal mondo.
Nella lunga notte pensa e ripensa: «Qui si riassume così: da una parte ci
sono gli arabi e dall’altra gli ebrei, sia gli uni che i secondi combattono
per non nire. Se vincono gli arabi, sono niti gli ebrei; se vincono gli
ebrei, sono niti gli arabi. Dunque chi ha ragione, chi ha torto, chi
scegli?». È la domanda che da decenni, forse da un secolo ormai,
aggredisce chiunque arriva in queste terre. Oriana, come è suo tipico, ci
arriva dritto, nelle prime ore del giorno, e si dà una risposta senza
giusti cazioni: «Gli ebrei li conosci. Perché hai so erto per loro, con loro,
n da bambina, li hai visti braccare arrestare massacrare […] Gli arabi
non li conosci. Non hai mai so erto con loro, non hai mai pianto per loro,
non sono mai stati un problema per te […] Però un giorno è successo
qualcosa. Hai letto che centinaia e centinaia di migliaia di creature, di