Page 452 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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onorano per conto della trista alleanza Sinistra-Islam, ecco alcune delle
quali che che da quattro anni mi vengono elargite: «Abominevole.
Blasfema. Deleteria. Troglodita.
Razzista. Retrograda. Ignobile. Degenere. Reazionaria. Abbietta». Come
vedete, parole identiche o molto simili a quelle usate da Alexis de
Tocqueville quando spiega il dispotismo che mira alla Morte Civile. Nel
mio paese quel dispotismo si compiace anche di chiamarmi «Iena», nel
distorcere il mio nome da Oriana in «Oriena» e nello sbe eggiarmi
attraverso sardoniche identi cazioni con Giovanna d’Arco. «Le bestialità
della neo Giovanna d’Arco.» «Taci, Giovanna d’Arco.» «Ora basta,
Giovanna d’Arco.»
Lo scorso agosto [2005] venni ricevuta in udienza privata da Ratzinger,
insomma da Papa Benedetto XVI. Un Papa che ama il mio lavoro da
quando lesse Lettera a un bambino mai nato e che io rispetto
profondamente da quando leggo i suoi intelligentissimi libri. Un Papa,
inoltre, col quale mi trovo d’accordo in parecchi casi.
Per esempio, quando scrive che l’Occidente ha maturato una sorta di
odio contro sé stesso. Che non ama più sé stesso, che ha perso la sua
spiritualità e rischia di perdere anche la sua identità. (Esattamente ciò che
scrivo io quando scrivo che l’Occidente è malato di un cancro morale e
intellettuale. Non a caso ripeto spesso: «Se un Papa e un’atea dicono la
stessa cosa, in quella cosa dev’esserci qualcosa di tremendamente vero».)
Nuova parentesi. Sono un’atea, sì. Un’atea-cristiana, come sempre
chiarisco, ma un’atea. E Papa Ratzinger lo sa molto bene. Ne La Forza
della Ragione uso un intero capitolo per spiegare l’apparente paradosso di
tale autode nizione. Ma sapete che cosa dice lui agli atei come me? Dice:
«Ok. (L’ok è mio, ovvio.) Allora Veluti si Deus daretur. Comportatevi
come se Dio esistesse». Parole da cui desumo che nella comunità religiosa
vi sono persone più aperte e più acute che in quella laica alla quale
appartengo. Talmente aperte ed acute che non tentano nemmeno, non si
sognano nemmeno, di salvarmi l’anima cioè di convertirmi.
Uno dei motivi per cui sostengo che, vendendosi al teocratico Islam, il
laicismo ha perso il treno. È mancato all’appuntamento più importante
offertogli dalla Storia e così facendo ha aperto un vuoto, una voragine che
soltanto la spiritualità può riempire. Uno dei motivi, inoltre, per cui nella
Chiesa d’oggi vedo un inatteso partner, un imprevisto alleato. In
Ratzinger, e in chiunque accetti la mia per loro inquietante indipendenza
di pensiero e di comportamento, un compagnon-de-route. Ammenoché
anche la Chiesa manchi al suo appuntamento con la Storia. Cosa che
tuttavia non prevedo. Perché, forse per reazione alle ideologie
materialistiche che hanno caratterizzato lo scorso secolo, il secolo dinanzi