Page 287 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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Sì, abbiamo ricevuto tanto male dall’Occidente, tante so erenze, e ora
abbiamo tutti i motivi per temere l’Occidente, impedire ai nostri giovani
di avvicinarsi all’Occidente e farsi ulteriormente in uenzare
dall’Occidente. No, non mi piace che i nostri giovani vadano a studiare in
Occidente dove vengono corrotti dall’alcool, dalla musica che impedisce di
pensare, dalla droga, e dalle donne scoperte. Senza contare che i nostri
giovani non li trattate come i vostri in Occidente. Perché gli regalate
subito un diploma anche se sono ignoranti.
Sì, Imam, però anche l’aereo sul quale è tornato in patria è un prodotto
dell’Occidente. Anche il telefono con cui comunica da Qom, anche la
televisione con cui si rivolge al paese così spesso, anche questo condizionatore
d’aria che le permette di starsene al fresco nella calura del deserto. Se siamo
così corrotti e così corruttori, perché usa i nostri strumenti di male?
Perché queste sono le cose buone dell’Occidente. E non ne abbiamo
paura e le usiamo.
Noi non temiamo la vostra scienza e la vostra tecnologia, temiamo le
vostre idee e i vostri costumi. Il che signi ca che vi temiamo
politicamente, socialmente. E vogliamo che il paese sia nostro, vogliamo
che non interferiate più nella nostra politica e nella nostra economia e
nelle nostre usanze e nelle nostre faccende. E d’ora in avanti andremo
contro chiunque ci proverà, a destra e a sinistra, di qua e di là. E ora
basta.
Via, via.
Un’ultima domanda, Imam. In questi giorni che ho trascorso in Iran io ho
visto molto scontento, molto disordine, molto caos. La Rivoluzione non ha
portato i buoni frutti che aveva promesso. Il paese naviga in acque oscure e c’è
chi vede molto buio per l’Iran. C’è addirittura chi vede maturare, sia pure in un
futuro non immediato, i presupposti d’una guerra civile o d’un colpo di Stato.
Che cosa mi risponde?
Questo le rispondo: noi siamo un bambino di sei mesi. La nostra
rivoluzione ha soltanto sei mesi. Ed è una rivoluzione che è avvenuta in
un paese mangiato dalle disgrazie come un campo di grano infestato dalle
cavallette: siamo all’inizio della nostra strada.
E cosa volete da un bambino di sei mesi che nasce in un campo di grano
infestato dalle cavallette, dopo duemilacinquecento anni di cattivo
raccolto e cinquanta anni di raccolto velenoso? Quel passato non si può
cancellare in pochi mesi, e neanche in pochi anni. Abbiamo bisogno di