Page 63 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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mettere il burkah anche a me? Chi si arrabbia, oggi, con
                l'albanese che gestisce la prostituzione e che ubriaco investe i

                passanti, li uccide? Chi si oppone, oggi, al sudanese che fa la
                pipì sui monumenti e spaccia la droga sui sagrati delle chiese?

                Chi protesta, oggi, contro il somalo che per salvare il barbaro
                principio dell'infibulazione inventa e diffonde attraverso un

                pubblico ospedale la farsa della cosiddetta soft-infibulation? Chi

                si scandalizza, oggi, per l'algerino che aggredisce o ricatta il
                carabiniere in procinto di arrestarlo? «Guarda-che-se-ti-

                avvicini-mi-taglio-il-cazzo-con-questa-lametta, poi-dico-che-
                me-l'hai-tagliato-tu-e-in-galera-ci-finisci-tu» dicono, quasi

                sempre, in quella circostanza. Chi si sorprende, oggi, per gli
                articoli strappalacrime dei cosiddetti giornali indipendenti o per

                le oltraggiose insensatezze di quelli che come l'Unità darebbero
                il permesso di soggiorno anche a Bin Laden? La gente è

                rassegnata, ormai. Abituata, addormentata. Subisce queste cose
                passivamente, le accetta come l'alternarsi delle stagioni. E la

                colpa di tutto ciò è anche dell'Altra Parte.



                Sospendo per un attimo il mio ruolo di ascoltatrice consenziente
                e le dico: noi due siamo quelle che durante la guerra in

                Vietnam raccontarono le turpitudini dell'una e dell'altra
                sponda. Quelle che la verità la scrissero sia da Hanoi sia da

                Saigon. Il suo sdegno salomonico, quindi, lo capisco. Però non
                si può condannare tutti in uguale misura. Non si può attribuire

                a tutti lo stesso ammontare di colpa.


                Ne convengo. Il guaio è che esistono tanti modi per favorire,

                volontariamente o involontariamente, il nemico. Ed uno è il
                silenzio, l'inerzia, oppure l'ambiguità con cui l'Altra Parte si

                comporta. Li osservi bene, quelli dell'Altra Parte. Sullo straniero

                che spadroneggia a casa nostra, hanno sempre un atteggiamento
                ambiguo. O fanno il pesce in barile, danno un colpo al cerchio e

                un colpo alla botte, o tacciono. Ma si rende conto che



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