Page 419 - Oriana Fallaci - 1968
P. 419

dottor  John  Celentano  che  è  anche  pilota  mi  ha  detto  d’esser
                stato  rinchiuso  otto  giorni  in  un  simulatore:  insieme  con  due

                astronauti.  Al  terzo  giorno  tutti  e  tre  cominciarono  a  sentirsi
                nervosi: “Ricordavamo benissimo di essere su questa Terra ma

                non  dimenticavamo  che  gli  altri  stavano  fuori  e  noi  chiusi  lì
                dentro;  non  ci  andava  via  dalla  testa  il  sospetto  che  ci
                abbandonassero”.  Al  quarto  giorno  cominciarono  a  maltrattar

                gli  strumenti,  ad  insultarli  con  bestemmie  feroci.  Al  quinto
                giorno si odiavan fra loro e non sopportavano i reciproci odori,

                rumori.  Al  sesto  giorno  gridavano  di  voler  uscire.  Al  settimo
                soffrivano  di  allucinazioni:  uno  vedeva  un  gran  buco  aprirsi

                sotto i suoi piedi e voleva tapparlo e non riusciva a tapparlo, un
                altro  vedeva  un  incendio  e  voleva  spegnerlo  e  non  riusciva  a

                spegnerlo. Tutti e tre vedevano volti umani al posto delle leve e
                dei bottoni: “La cella più angusta di un carcere a vita era per noi
                paradiso”. Dottore, le vostre macchine sono perfette, le vostre

                tute sono perfette, ma chi ci assicura che quelle navi e quelle
                tute non riporteranno sul nostro pianeta tre corpi inerti, vivi solo

                attraverso una inerte materia? Chi ci assicura che il loro cervello
                resisterà?»  «Nessuno»  risponde  il  dottore.  «Nessuno.  Il  corpo

                umano  è  un  miracolo  che  mi  sorprende  ogni  giorno  di  più:
                sembra  che  si  rompa  con  nulla  e  poi  sopporta  disagi  inauditi.

                Ma  una  parte  di  esso,  a  un  certo  punto,  ci  sfugge:  ed  è  il
                cervello.  Se  preferisce,  quel  che  chiamiamo  anima.  Noi
                possiamo  preveder  tutto  sulla  sopravvivenza  dell’uomo  come

                animale: le reazioni biologiche ci sono date da fenomeni fisici e
                chimici che ben conosciamo. Ma non possiamo prevedere molto

                sulla  sopravvivenza  dell’uomo  come  animale  intelligente.  Le
                reazioni  psicologiche  sono  anche  il  prodotto  di  esperienze,
                tradizioni,  sensazioni  di  questo  pianeta.  Mutato  questo,  non

                posso  dirle  cosa  accadrà.  L’uomo  è  l’unico  materiale
                imprevedibile su cui lavoriamo.»

                    Fa davvero freddo a Cape Kennedy dove l’inverno non esiste
                mai e i ricchi terrestri si mettono in costume da bagno a Natale.
   414   415   416   417   418   419   420   421   422   423   424