Page 171 - Pablo Picasso
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realtà  del  dipinto  che  compete  con  la  realtà  della  natura.  Abbiamo
           cercato di sbarazzarci del trompe-l’oeil per puntare al trompe-l’esprit».
           [106] Neppure un solo elemento di quelli che compongono i papiers

           collés  sono  intesi  in  senso  letterale:  si  tratta  sempre  di  allegorie  e
           metafore.

              Nella composizione Fruttiera con grappolo d’uva e pera affettata il
           pezzo di carta incollato in verticale al centro rappresenta la massa e il

           colore  della  fruttiera  di  porcellana,  definita  dai  suoi  contorni  grafici,
           mentre  il  ritaglio  di  carta  marmorizzata  grigia  incollato  più  in  basso
           mostra  che  la  fruttiera,  con  l’uva,  la  pera  e  il  biglietto  da  visita  di

           Picasso sono posati sulla mensola di un camino dal bordo sagomato. Se
           la levigata consistenza della frutta e della mensola lavorata a stucco è

           presentata in forma di negativo per mezzo di una vellutata testura di
           segatura polverizzata, il carattere traslucido dello spazio e la sua ariosa

           pienezza  illuminata  dal  sole  si  esprimono  in  modo  quasi
           impressionistico  mediante  una  fiabesca  interazione  di  luce  e  piani

           geometrici compenetrantisi, composti di minuscole particelle di colori
           brillanti  e  gioiosi.  Pur  non  imitando  l’ambiente  circostante,  l’artista
           trasmette  con  estrema  persuasività  l’atmosfera  di  una  stanza

           accogliente e soleggiata.
              I  sentimenti  che  animano  Taverna  (Il  prosciutto)  sono  alquanto

           diversi.  Questa  natura  morta  sembra  l’insegna  di  una  taverna  di
           provincia. La forma ovale libera l’artista da preoccupazioni quali l’alto

           e il basso o la necessità di riempire gli angoli e organizza, perciò, la
           natura morta con la più strabiliante facilità, come un tavolo di ristorante

           riccamente, ma caoticamente, imbandito.
              Un  succulento  prosciutto  rosa  occupa  il  centro;  sulla  destra,  una
           bottiglia di birra, mentre a sinistra c’è un bicchiere attraverso il quale si

           possono leggere i nomi dei piatti del giorno scritti su una lavagna; in
           primo  piano,  un  limone,  un  coltello  e  una  forchetta,  disposti  su  un

           tovagliolo  stropicciato;  c’è  anche  un  menù  e,  a  caratteri  blu,  sulla
           vetrina,  compare  una  parte  della  scritta  “Restaurant”.  È  tutto
           estremamente esplicito e anche tangibile. Il motivo viene avvicinato il

           più  possibile  all’osservatore  e  sembra,  addirittura,  traboccare  dalla
           superficie del dipinto, accentuando l’effetto realistico del prosciutto e

           del limone, del tovagliolo e del tavolo di legno, del coltello affilato e
           della pesante forchetta. Diversamente dalla vera segatura fisicamente

           tangibile, la bottiglia e il bicchiere, resi in modo schematico, privati di
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