Page 73 - Il Perugino
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La pala era originariamente dotata di una struttura a tabernacolo

                che  comprendeva  anche  una  perduta  predella,  della  quale  si
                conoscono i soli due pannelli agli estremi, con i ritratti alla base

                di quelli che dovevano essere i pilastri, di Biagio Milanesi e del
                monaco Baldassarre, opere di grande intensità, oggi agli Uffizi.


                Le condizioni di conservazione non sono ottimali.
                Lo schema diviso in due registri principali, uno celeste e uno

                terreno  con  i  santi,  completamente  staccato  dal  primo,  deriva
                dal  prototipo  della  perduta  Assunzione  di  Perugino  nella
                Cappella Sistina, poi replicata in numerose altre tavole.

                Maria sta ascendendo in cielo entro una mandorla di cherubini,
                con angeli disposti simmetricamente ai lati che aiutano questa

                miracolosa  dipartita:  due  volanti  in  basso  e  quattro  musicanti
                fermi su una fascia di nuvole accanto a Maria.


                La  mandorla  si  interrompe  curiosamente  sul  bordo  superiore

                della tela, dove inizia la lunetta in cui si trova il Dio Padre entro
                un nimbo dorato, a cui guarda estasiata la Vergine, circondato
                da altri angeli e cherubini.

                La mandorla un tempo si univa al nimbo divino, ma trattandosi
                di una ridipintura è stato eliminato il tratto superiore durante un

                restauro.


                I  santi  sono  stati  identificati  –  da  sinistra  –  in  Giovanni
                Guadalberto (o Gualberto), fondatore dell'ordine vallombrosano

                ed edificatore dell'omonimo monastero; Bernardo degli Uberti,
                monaco  vallombrosano  (più  tardi  divenuto  cardinale);
                Benedetto,  promotore  della  regola  dell'ordine  vallombrosano;

                l'arcangelo Michele, patrono della chiesa di Vallombrosa.


                Perugino  ricorse  a  schemi  e  disegni  già  sperimentati  in  altre
                opere,  disegnando  con  sicurezza  con  la  sua  tecnica  già  ormai

                consolidata,  fatta  da  schemi  misurati  e  piacevoli,  un  uso  del



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