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Gli Stati Uniti prevedono di eliminare i principali dirigenti delle fazioni
afgane, che si tratti del Mullah Omar o del comandante Massud (il cui anti-
americanismo è proverbiale), e di sostituirli con un governo fantoccio, che
avrà una apparente legittimità essendo stato benedetto dall'ex sovrano
Zahir Shah, vecchio monarca dimenticato che trascorre la vecchiaia in
esilio a Roma.
A metà luglio le grandi potenze danno il loro consenso perché si attui
questo piano. Così leggiamo nel comunicato finale dell'incontro tra Hubert
Védrine (ministro francese degli Affari Esteri) e Francesc Vendrell (capo
della missione speciale degli Stati Uniti per l'Afghanistan), il 17 luglio
2001: "I due responsabili hanno esaminato insieme le strade che
permetterebbero a lungo termine una evoluzione positiva, in particolare
quella dell'incoraggiamento che la comunità internazionale potrebbe dare
al re (sic) per riunire intorno a sé i rappresentanti della società afgana.
Hanno pure accennato all'utilità di rafforzare il dialogo con il Pakistan.
In seguito bisognerà riflettere anche a ciò che implicherebbe la
ricostruzione dell'Afghanistan, una volta terminato il conflitto (sic)".
Sì, fin da luglio si parla del sovrano deposto Zaher Shah come del re
dell'Afghanistan e si accenna a dibattiti paralleli sul "conflitto" e alla
ricostruzione del paese!
I negoziati proseguono, a Londra, poi Ginevra sotto copertura del
Business Humanitarian Forum (sic) il cui bilancio è cospicuamente
alimentato dalla compagnia petrolifera UNOCAL, ma con obiettivi e ospiti
diversi (tra cui i giapponesi che ripongono molte speranze nei giacimenti
petroliferi del Mar Caspio). Come prevedevano Védrine e Vendrell, non si
prepara più la pace, ma la guerra e la ricostruzione.
Temendo una pressione anglo-americana troppo forte, il Pakistan cerca
nuovi alleati prima che la tempesta inizi. Invita una delegazione di cinesi a
Islamabad, promettendo loro di aprire una porta per la Cina verso l'Oceano
Indiano in cambio di un appoggio militare. Infastiditi da questa mossa, gli
anglo-americani decidono di passare all'azione prima del previsto,
comunque prima che i cinesi vengano a disturbare il "Grande Gioco". Il
Mare di Oman diventa il più vasto teatro di spiegamento della flotta
britannica dalla guerra delle Malvine, mentre la NATO trasferisce
quarantamila uomini in Egitto. Il 9 settembre, il leader carismatico del
Fronte Islamico, l'anti-americano per eccellenza, comandante Massud,
viene assassinato. Gli attentati dell'11 settembre permettono di mascherare
Thierry Meyssan 71 2002 - L'Incredibile menzogna