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allora smesso di lavorare per la CIA e reclutato questi combattenti per sé.
Nel 1990 avrebbe offerto alla monarchia saudita i suoi uomini per cacciare
l'apostata laico Saddam Hussein fuori dal Kuwait, non apprezzando affatto
che gli venisse preferita la coalizione guidata da Bush padre (presidente),
Dick Cheney (allora segretario alla Difesa), e Colin Powell (allora capo di
stato maggiore interforze).
Gli islamici si schierarono subito in due fazioni: alleati o avversari degli
americano-sauditi. Osama Bin Laden si trovò a far parte del gruppo
guidato dal leader sudanese Hassan el-Tourabi insieme, tra gli altri, a
Yasser Arafat, con il quale partecipò ad alcune Conferenze popolari arabe
e islamiche a Khartum.
Nel 1992, gli Stati Uniti sbarcarono in Somalia, su mandato dell'ONU,
per "riportare speranza" (Restore Hope). Alcuni vecchi mujaeddin
dell'Afghanistan spararono contro i Gl e furono coinvolti in un'operazione
durante la quale morirono diciotto soldati americani. Di questi incidenti fu
considerato responsabile Osama Bin Laden. L'esercito degli Stati Uniti se
ne andò e nell'immaginario collettivo, Bin Laden aveva appena vinto gli
americani dopo aver sconfitto i sovietici. Osama Bin Laden fu allora
privato della nazionalità saudita e si trasferì in Sudan. Avendo rotto con la
famiglia, ricevette la sua parte di eredità stimata in trecento milioni di
dollari, somma che investì nella creazione di diverse banche, società locali
agro-alimentari e di distribuzione. Dapprima con l'aiuto del colonnello
Omar Hassan el-Béchir, poi di Hassan el-Tourabi, fondò diverse
compagnie in Sudan: costruì un aeroporto, strade, installò una pipe-line e
assunse il controllo della maggior parte della produzione di gomma
arabica. Malgrado queste opere, fu espulso dal Sudan nel 1996, sotto
pressione dell'Egitto che lo accusava di avere fomentato un complotto per
assassinare il presidente Hosni Mubarak. Tornò allora in Afghanistan.
Nel giugno 1996, diciannove soldati americani morirono in un attentato
nella base militare di Khobar (Arabia Saudita). Gli Stati Uniti accusarono
Osama Bin Laden di esserne il mandante. In tutta risposta, egli rilanciò la
jihad contro gli USA e Israele con la sua celebre lettera: "Bandite i
politeisti dalla penisola arabica", dove riprende gli stessi argomenti che
aveva utilizzato con la CIA in Afghanistan: è sacro dovere di ogni
musulmano liberare i territori dell'Islam occupati. Solo che è difficile
paragonare la sanguinosa occupazione sovietica dell'Afghanistan con la
concordata installazione delle basi militari statunitensi in Arabia Saudita.
Thierry Meyssan 57 2002 - L'Incredibile menzogna