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paragonabile a quello dell'Ufficio della Mobilitazione di guerra (OWM -
Omega World Missions) durante la seconda guerra mondiale, o a quello
dell'attuale Ufficio per la politica nazionale di controllo sulla droga
(ONDCP - Office of National Drug Control Policy) che controlla le
operazioni militari in America Latina. Ad ogni modo, si assiste a un
controllo pieno della vita civile da parte dei militari e dei servizi segreti.
"Gli storici ricorderanno che tra il novembre 2001 e il febbraio 2002 la
democrazia - così come era stata immaginata dai redattori della
Dichiarazione di indipendenza e della Costituzione degli Stati Uniti - è
morta. Mentre la democrazia spirava, nasceva lo stato fascista e
teocratico americano", commentano due grandi giornalisti, John Stanton e
Wayne Madsen.
Terza parte
L'impero attacca
8. Tutta colpa di Bin Laden
La mattina dell'11 settembre, quando la CNN trasmise le prime
immagini di una delle torri del World Trade Center in fiamme e non si
sapeva ancora se si trattasse di un incidente o di un attentato, i giornalisti
di quella rete evocarono il possibile coinvolgimento di Osama Bin Laden.
A poco a poco questa ipotesi s'impose come la sola spiegazione
umanamente accettabile. Attentati di una tale ferocia potevano essere
opera solo di un mostro totalmente estraneo al mondo civile, animato da
un odio irrazionale contro l'Occidente e con le mani sporche di sangue.
Questo pazzo aveva già un'identità: era il nemico pubblico numero uno
degli Stati Uniti: Osama Bin Laden. La voce fu, in un primo momento,
alimentata dalle confidenze fatte alla stampa da "fonti generalmente
attendibili" oppure "vicine all'inchiesta". Diventò una notizia ufficiale
quando Colin Powell definì pubblicamente Bin Laden "sospetto". E si fece
dogma quando George W. Bush lo proclamò colpevole. Sino ad oggi
quest'accusa non è stata illustrata pubblicamente. Ma le autorità americane
non lo considerano necessario poiché hanno distribuito un video di Osama
Bin Laden che ha, ai loro occhi, valore di una confessione.
Osama Bin Laden è uno dei cinquantaquattro figli dello sceicco
Mohammed Bin Laden, fondatore, nel 1931, del Saudi Binladen Group
(SBG). Questa holding, la più importante dell'Arabia Saudita, realizza
Thierry Meyssan 55 2002 - L'Incredibile menzogna