Page 136 - La coppia intrappolata
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122 6 La farmacologia: quando e come intervenire
6 mipramina, antidepressivo triciclico, oramai definito antico, ma ancora di prima scel-
ta in questa particolare associazione di malattia.
Sulla base dei dati, confermati scientificamente, di una significativa azione sul-
l’ossessione della clomipramina, si sono sviluppate ulteriori ricerche per valutare
l’azione sulla stessa degli altri antidepressivi SSRI. I risultati indicano che tutti gli
antidepressivi agiscono, anche se con differente incisività, sull’ossessione, ma que-
sto avviene a dosaggi elevati fino al dosaggio massimo raggiungibile. La domanda
senza risposta è se questo avviene per un’azione intrinseca del principio attivo del
farmaco o all’effetto antidepressivo.
Dovendo comunque combattere la depressione, la scelta cadrà sugli antidepres-
sivi che non abbiano un effetto disinibente che potrebbe aumentare l’ansia e quin-
di determinare una reazione peggiorativa e quindi dannosa. Gli SSRI sono antide-
pressivi con uno scarso potere disinibente a dosaggi non elevati.
Questa sindrome così complessa per la presenza di tre elementi patologici, an-
sia, ossessione e depressione, che hanno un diverso peso nel comportamento pato-
logico finale, può risolversi agendo singolarmente sull’ansia, riducendo la depres-
sione e contrastando l’ossessione.
Agire su un solo elemento della patologia è però altamente pericoloso se il pa-
ziente si trova in uno stato cronicamente acuto che si autoalimenta con interpreta-
zioni erronee che determinano una grave depressione.
Se la psicoterapia non raggiunge il nucleo patologico è perché o è deviata dal-
l’ansia e dalla sensazione di un pericolo incombente che riempie la testa di pensie-
ri e impedisce di comprendere il significato e la profondità dell’azione psicoterapi-
ca, oppure perché l’ossessione ha ristretto il campo della coscienza a un unico
obiettivo, ossia soddisfare l’ossessione stessa, mentre tutto il resto scivola via su-
perficialmente.
Nel caso della depressione ogni attività della mente è bloccata e paralizzata dal-
la disperazione e dall’angoscia.
La terapia composta da un ansiolitico benzodiazepinico, un neurolettico a bas-
so dosaggio con funzioni antiossessive e un antidepressivo deve essere proposta con
dosaggi proporzionali alla gravità della sindrome, per un tempo necessario a sbloc-
care il circuito della cronicità, mentre lo psicoterapeuta inizia la sua terapia. Suc-
cessivamente la terapia farmacologica sarà ridotta, iniziando dal neurolettico, poi
dall’antidepressivo per finire con l’ansiolitico.
In questa seconda fase, se il paziente riferirà degli stati fluttuanti di ansia e os-
sessione, dopo un controllo dei dosaggi, sarà bene spiegare che nessuna terapia far-
macologica è in grado di curare questa malattia e non può e non deve seguire gli
andamenti oscillanti dell’ansia, della depressione e dell’ossessione se sono fugaci
o di scarsa gravità.
La terapia farmacologica serve per passare da un grado severo di malattia a uno
lieve e le oscillazioni sono presenti in tutti gli esseri umani ed è giusto che sia co-
sì. L’ansia, come abbiamo già detto, a piccole dosi e nei giusti momenti è positiva,
le ossessioni ben sfruttate permettono di raggiungere importanti soddisfazioni, la
depressione non è utile, ma forse ci può far capire quanto sia frustrante la malattia
e quanto sia importante controllarla per ottenere il benessere.