Page 134 - La coppia intrappolata
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120                                       6  La farmacologia: quando e come intervenire


   6        solo compiendo quel gesto o quelle azioni regredisce.
               È evidente che se l’ossessione di un individuo, focalizzata sul comportamento
            di un’altra persona, per sua natura determini il bisogno di restringere tale compor-
            tamento in una serie di atteggiamenti ordinati secondo una sequenza non modifica-
            bile, per poterli controllare, nel caso in cui questo non avvenga l’ansia-ossessione
            raggiunge livelli critici non più controllabili. Anzi si espande e interpreta ogni av-
            venimento come un ulteriore elemento negativo, non valutando che la persona al cen-
            tro del problema non conosce la sequenza comportamentale richiesta dall’ossessio-
            ne (cedere e comportarsi secondo un copione non conosciuto) o soprattutto non vuo-
            le perdere la sua individualità.
               La depressione è lo scalino successivo. Le aree prefrontali e il circuito orbito-
            frontale messi alla prova da una successione di stimoli emozionali così fortemente
            negativi perdono i contatti con le aree più razionali della corteccia e il mondo cir-
            costante non ha più alcun significato. Ogni cosa perde il suo colore e tutto diventa
            nero e senza importanza con sempre maggiore isolamento dagli altri anche per la
            non conoscenza e comprensione di questa patologia che non mostra sul corpo o sul-
            la mente segni di malattia.
               L’ansia, l’ossessione e la depressione, quando raggiungono livelli critici, che sem-
            brano avere provocato un sequestro della persona dal mondo circostante, devono es-
            sere controllate con i farmaci per dare il tempo allo psicoterapeuta di dipanare una
            matassa aggrovigliata e piena di nodi.




            6.3     Come agire razionalmente

            Per prima cosa valutare il livello di gravità raggiunto cercando anche di esaminare
            singolarmente l’ansia, l’ossessione e la depressione e quindi proporre una terapia
            farmacologica che contemporaneamente riduca l’ansia, controlli l’ossessione ed eli-
            mini la depressione.
               Quando si parla di ansia indichiamo quella patologica, non la benefica spinta che
            ci induce a fare e ad agire per affrontare gli avvenimenti della vita.
               Le benzodiazepine sono i farmaci di elezione. Alcuni lavori scientifici parlano
            di tossicodipendenza; in realtà è molto difficile separare la tossicodipendenza psi-
            cologica (mi sento bene, non ho più l’ansia, perché devo smettere il farmaco?) dal-
            la dipendenza organica (alcol, fumo, droghe).
               Nei pazienti che effettuano sia la psicoterapia sia la terapia farmacologica, non
            vi è dato certo che si instauri una dipendenza organica da benzodiazepine, anche per-
            ché il trattamento dura solo pochi mesi e viene ridotto e poi sospeso appena lo psi-
            coterapeuta avrà raggiunto un controllo sulla sintomatologia.
               Senza l’aiuto determinante della psicoterapia, appoggiarsi alla sola terapia far-
            macologica diviene una necessità e un notevole problema con difficile soluzione per-
            ché la somministrazione di farmaci ansiolitici potrebbe prolungarsi per anni.
               L’ansiolitico deve essere scelto in base a due parametri: il potere ansiolitico e la
            durata dell’effetto (emivita).
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