Page 51 - Il grande dizionario della metamedicina
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padre esprimeva in quello che faceva o voleva per lui e capì che, durante quell’ultimo intervento, era proprio suo
padre che non voleva più vedere. Non recuperò la vista, ma riaprì il suo cuore. Si accorse in seguito che il suo
fisico necessitava di minori quantità di insulina e che poteva godere di maggiori libertà nella dieta che era tenuto a
osservare.
Una donna anziana, diventata cieca, diceva: «Basta così: ne ho viste abbastanza!»
Che cosa non potevo o non volevo più vedere?
CEFALEA:vedi Mal di testa.
CELLULITE: il termine, associato più frequentemente all’adiposità presente nella maggior parte delle donne, è motivo di
confusione poiché, in ambito medico, è usato per indicare patologie tra cui la dermoipodermite batterica non
necrotizzante, indicata col nome di erisipela (vedi la voce corrispondente) e la dermoipodermite batterica
necrotizzante chiamata fascite necrotizzante (vedi la voce corrispondente). C’è dunque una netta distinzione tra
cellulite inestetica e cellulite patologica.
→ Cellulite inestetica: è caratterizzata da una ripartizione diseguale del grasso e da edema (ritenzione di liquidi e
di tossine nei tessuti della nuca, della schiena, della pancia, dei glutei e delle gambe). È generalmente legata a una
svalutazione sul piano estetico.
Ho la tendenza a criticare una o alcune parti del mio corpo e a svalutare il mio aspetto fisico?
Per esempio, trovo che le mie cosce siano troppo magre o troppo grosse, la pancia troppo grossa o che la pelle
delle braccia sia flaccida?
La cosa diventa un circolo vizioso poiché è proprio la svalutazione estetica che crea la cellulite. Si fa di tutto per
eliminarla senza rendersi conto che così si fa aumentare o peggiorare proprio ciò su cui focalizziamo
l’attenzione. Più cerchiamo di trattarla, più aumenta e più ci si svaluta alla vista dell’odiosa cellulite. L’unica vera
soluzione è praticare sport, dato che i muscoli rimpiazzano il grasso. In questo modo se ne vede meno, ci si svaluta
meno e si nota che, dopo aver provato una miriade di creme, una più miracolosa dell’altra, si ottengono finalmente
risultati positivi.
CERVELLETTO:il cervelletto svolge un ruolo determinante nel controllo della postura e del movimento: è il centro
dell’equilibrio. È composto da una parte mediana, chiamata verme, e da due emisferi laterali. Vedi anche Sindrome
cerebellare.
→ Tumore al cervelletto:
Ho la sensazione di aver perso i miei punti di riferimento, la mia ragion d’essere, di avere di fronte un grande
vuoto?
Ho perduto ciò che rappresentava il mio equilibrio, la mia sicurezza o una persona su cui potevo contare?
CERVICALI:vedi Schiena.
CHARCOT:vedi Malattia di Charcot.
CHELOIDE: è una brutta escrescenza di una cicatrice cutanea di forma irregolare, rossa e compatta. Può esprimere un
conflitto irrisolto o il riaffiorare di una vecchia ferita.
Ho accettato l’intervento chirurgico e il modo in cui si è svolto o le brutte suture (agrafie) che mi hanno fatto?
A quale ferita può ricondurmi questa cicatrice?
CHERATITE o ULCERA DELLA CORNEA:vedi Ulcera.
CHERATOCONGIUNTIVITE:infiammazione della cornea associata a una congiuntivite che comporta edema, rossore e talvolta
la formazione di una pseudo membrana che può sanguinare.
Cosa vedo che mi fa male?
Cosa non vedo più che mi rende triste?
CHERATOCONGIUNTIVITE SECCA o OCCHIO SECCO: insufficienza lacrimale persistente che ha come effetto quello di alterare la
cornea e la congiuntiva dell’occhio. Vedi anche Ghiandole lacrimali.
Mi sono vietato di piangere perché mi dicevano o mi dicevo: «Devo esser forte, coraggioso, capace di far fronte
alle situazioni difficili», o ancora: «Un uomo non piange» ecc.?
Ho giudicato una persona del mio ambiente che usava le lacrime per manipolare gli altri?
CHERATOCONO:deformazione progressiva della cornea che si assottiglia e assume la forma di un cono, con problemi
progressivi di miopia e astigmatismo, spesso collegata al fatto di non vedere più bene quale via si debba seguire. Ci
si ritrova in una sorta di nebbia mentale, si perde la fiducia in se stessi e l’avvenire ci spaventa. Può dipendere
dall’insistenza dei nostri cari che vorrebbero farci seguire una strada mentre aspiriamo a un’altra.
Ecco un esempio: Julien è appassionato di musica ma la sua famiglia non smette di dirgli: «La musica non rende