Page 38 - Il grande dizionario della metamedicina
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Un esempio: Pauline ha diciassette anni, va a scuola, vuole andare all’università ma rimane incinta. Alla notizia, la
     madre le dice: «O sposi il padre di tuo figlio o ti butto fuori di casa».
     Per Pauline le due alternative sono impossibili visto che non ama quell’uomo («Non voglio sposarlo!»), e siccome
     non ha soldi si chiede: «Ma dove andrò? Non ho un tetto!»
     Sarà la scelta della sopravvivenza ad avere il sopravvento. Si sposa. Da un lato è felice di aspettare un bambino,
     dall’altro non desidera questo figlio che la costringe a rinunciare ai suoi progetti.
     Dopo qualche anno di matrimonio si separa dall’uomo che non ama e cerca un lavoro. Poiché è molto giovane, ha
     difficoltà a prendere in mano la sua vita e ad assumersi la responsabilità di genitore. Il marito le propone allora di
     tenere lui la piccola Clara, invece che versarle gli alimenti. La bambina si trasferisce così a vivere con lui, ma la
     nuova compagna del padre le parla male della madre a ogni occasione.
     Clara desidera sentirsi amata dal padre e dalla seconda madre, che chiama «mamma», quindi cade nel gioco paterno,
     negando e rifiutando la vera madre. Quando ha l’età dell’adolescenza riallaccia i rapporti con Pauline, una madre
     che  non  conosce  e  che  riscopre  solo  ora.  Il  padre  e  la  matrigna,  temendo  che  voglia  lasciarli,  raddoppiano  le
     cattiverie nei confronti della madre.
     Clara si trova pertanto di fronte a una scelta impossibile che può essere riassunta così: «per avere l’amore di mio
     padre, devo rinnegare e odiare mia madre» e «per essere amata da mia madre devo rinunciare all’amore di mio
     padre che mi ha allevato e verso il quale mi sento in debito».
     Queste scelte impossibili annullano la sua capacità di scegliere la cosa giusta. Dubita sempre più delle sue azioni
     che  per  lei  diventano  ogni  momento  di  più  impossibilità,  situazione  che  la  conduce  alla  depressione  e  alla
     malinconia. In alcuni momenti, quando si sente compresa e amata, le torna la forza di credere che sia possibile,
     raddoppia  allora  le  energie  diventando  iperattiva,  determinata,  convincente.  Tuttavia,  nel  momento  in  cui  i  suoi
     sforzi non arrivano dove vorrebbe, cade di nuovo nella depressione. Odia se stessa, è arrabbiata per il fatto di
     essere così…
     Per  uscirne,  una  persona  affetta  da  bipolarità  deve  poter  comprendere  la  propria  storia,  scoprire  uno  o  più
     avvenimenti  in  cui  è  stata  posta  di  fronte  a  scelte  impossibili  per  poter  dire  al  bambino  o  bambina  che  era  (il
     bambino interiore): «Si ha sempre una scelta».
     Pauline aveva una scelta. Poteva dire a sua madre: «Mamma, è stato un momento di debolezza, non amo quest’uomo.
     Se non vuoi che abbia un figlio fuori del matrimonio, lo accetto e sono pronta ad abortire, ma io non voglio sposare
     quell’uomo».
     Tutto ciò ovviamente richiede coraggio e capacità di autoaffermazione, cosa che un adolescente vulnerabile non
     sempre  ha.  Non  si  tratta  però  di  analizzare  quello  che  la  madre  di  Clara  poteva  fare  o  meno,  quanto  aiutare  la
     persona che non vede una via d’uscita di fronte a una scelta impossibile a capire che c’è un’altra possibilità, che
     senza dubbio sua madre non aveva visto.
     Anche Clara poteva scegliere. Poteva amare sua madre e suo padre. Non doveva scegliere tra l’una e l’altro. È stata
     lei a credere di non avere una scelta. Visto che non doveva scegliere, poteva amare il padre, la mamma biologica e
     la seconda mamma.
     Quando i genitori sono in conflitto o si separano, succede spesso che i bambini si sentano obbligati a scegliere tra
     uno e l’altro, o a sostenere l’uno per negare l’altro, cosa che crea un conflitto tra la loro parte maschile e quella
     femminile. Talvolta detestano una parte di se stessi a vantaggio dell’altra. Se sono in conflitto con la propria parte
     maschile, la negheranno dando più importanza a quella femminile e la detesteranno ugualmente quando la vedranno
     manifestarsi nel proprio partner.
     Ecco un esempio: un bambino vede il padre maltrattare la madre. Prende le difese di quest’ultima e odia il padre che
     la fa soffrire. Se è un ragazzo, vorrà diventare un uomo molto gentile per poter dire: «Non sono come mio padre».
     Rinuncerà alla sua parte maschile ma, allo stesso tempo, sarà attratto da donne intraprendenti che hanno successo.
     Siccome queste ultime sono spesso donne d’azione (polarità maschile) si lamenterà del fatto che non venga lasciato
     spazio  alla  sua  parte  maschile  e  finirà  per  detestarla  così  come  detestava  suo  padre  e  la  sua  parte  maschile.
     Quest’uomo vivrà in uno stato di turbamento e sconterà un fallimento relazionale dopo l’altro fino a che non avrà
     unificato le due polarità in sé e non avrà cessato di scegliere tra suo padre e sua madre.
     Fino a quando la persona è in grado di riflettere sugli eventi che l’hanno condotta a quello stato di cortocircuito e
     può fare qualcosa per liberarsene, la guarigione è possibile.
     Quando non ha più questa capacità ed è invece ottenebrata da idee deliranti, ci troviamo di fronte a una forma di
     psicosi maniaco-depressiva, malattia che richiede cure specialistiche con farmaci, somministrati con lo scopo di
     attenuare i sintomi di eccesso di malinconia, di iperattività e, talvolta, di violenza. L’evoluzione della patologia è
     scandita da crisi, che finiscono in modo spontaneo e si ripresentano poi sotto forma depressiva, malinconica o di
     idee deliranti e di agitazione maniacale. Vedi anche Malattie mentali.
     Sono stato forse posto davanti a una scelta impossibile da fare?
     Talvolta la persona può avere la sensazione che se sceglie uno, tradisce l’altro. Poiché non può risolversi a tradire
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