Page 229 - Il grande dizionario della metamedicina
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attraverso un fenomeno di risonanza crea un turbamento a livello cellulare più profondo.
Un esempio: nella primavera del 1997, sfiorandomi il seno, avvertii un piccolo nodulo. Per quanto ne sapevo, non
avevo vissuto nessuno shock o turbamento, era anzi un periodo in cui tutto andava bene. Eseguii una mammografia
che fece sospettare un tumore al seno e il medico mi suggerì di fare una biopsia il prima possibile. A suo parere, ero
in pre-menopausa e la cosa poteva essere dovuta a un’alterazione ormonale. Da parte mia cercai di riflettere, ma non
trovai niente che potesse spiegare la presenza del nodulo. Poi lo osservai e mi resi conto che si ingrandiva ogni
volta che mi allontanavo da mio marito per qualche mese. Queste separazioni avvenivano di solito abbastanza
serenamente. Stabilii che c’era un collegamento con le mie partenze e cercai se in passato avevo vissuto emozioni
simili. Nel 1994 mio marito e io avevamo attraversato una grave crisi di incomprensione reciproca che era esplosa
in un conflitto in cui decidemmo di mettere fine al nostro rapporto. Questo mi colpì profondamente. Mi sentii
annientata all’idea di dover superare da sola il dolore e l’angoscia della separazioneper poter continuare le
attività terapeutiche in cui ero impegnata. Nei giorni che seguirono avvertii forti dolori al seno destro, al punto da
non poter dormire su quel fianco. In poco tempo vidi il seno trasformarsi, deformarsi. Temevo di avere un tumore ma
non osavo consultare un medico perché temevo la diagnosi. Scelsi invece di fare sedute di trattamenti energetici. Nel
corso delle sedute, grazie a un eccellente terapeuta, vidi il legame che c’era tra ciò che vivevo e il sentimento di
abbandono che avevo vissuto con mio padre quando ero piccola. Per liberare queste emozioni rivissi (attraverso
l’immaginazione) una scena che mi aveva raccontato mia madre. In quella scena vidi una bambina tendere le braccia
verso il padre mentre lui non la degnava di uno sguardo: girava sui tacchi e usciva per non tornare mai più.
Attraverso la visualizzazione entrai nella scena, presi la bambina fra le braccia e le dissi: «Il tuo papà non può
accoglierti perché lui stesso non si è mai sentito accolto. Vedi, anche tua madre lo ha appena respinto, mentre lui era
pronto a tutto perché lei tornasse. Come potrebbe accoglierti, così pieno di dolore? Ma tu non sei sola, io sono qui.
Ora potrai contare su di me. Io poserò il mio sguardo su di te. Ti darò tutto l’amore che tu hai tanto atteso dagli
uomini. Ti aiuterò a rinascere e a credere nella vita. Io ti amo, mia dolce… Vedrai… La tua vita ora sarà bella…»
La bambina mi guardò con un sorriso e mi disse: «Capisco che il mio papà non poteva accogliermi, aveva così
bisogno di essere accolto lui stesso. Ora so che se fosse stato felice mi avrebbe preso tra le braccia».
Il seno destro (per una destrimane) riguarda la sfera affettiva, ovvero le persone a cui si è più legati. Il seno sinistro
riguarda invece la sfera materna. Una forte emozione dovuta al dolore per la separazione da una persona cara può
colpire il seno destro in una destrimane. Ciononostante, se l’emozione è in risonanza con un sentimento di abbandono
vissuto nell’infanzia (mentre vivevamo nella sfera materna) potrà essere colpito solo un seno, il sinistro. Per una
donna mancina è il contrario. In quella forte emozione vissuta nel 1994 si può agevolmente rilevare un sentimento di
abbandono in rapporto con l’episodio vissuto con mio padre, e questo spiega perché fosse colpito il seno sinistro.
Dopo aver seguito questa terapia il seno guarì e la nostra relazione ripartì su nuove basi.
Allora perché di nuovo questo nodulo, stavolta al seno destro? Che rapporto c’era? Una recidiva, delle metastasi? In
effetti avevo liberato l’emozione vissuta dalla bambina che era in me, ma non avevo liberato quella legata alla
partenza del mio compagno. Nella mia memoria emozionale persisteva l’equazione: partenza = abbandono. Così,
senza che ne fossi cosciente, ogni volta che ci separavamo per qualche settimana, l’equazione registrata nella mia
memoria emozionale mi rimetteva, sul piano biologico, in simpaticotonia o in «onda di shock». Ed è stato dunque il
ripetersi di questi turbamenti biologici che alla fine ha dato origine al mio tumore. Dal momento che in questo caso il
problema riguardava solo la sfera affettiva, dato che la risonanza con l’infanzia era stata liberata, era dunque il seno
destro (sono destrimane) a esserne colpito.
In seguito a questa presa di coscienza, feci un lavoro di liberazione da quell’emozione. Entrai in stato di
rilassamento e rivissi l’episodio occorso nella primavera del 1994. Rividi tutta la scena sul mio schermo mentale.
La donna che sono ora andò a ritrovare quella che viveva il dolore della separazione. La presi tra le braccia e le
dissi, come avevo fatto con la mia bambina interiore, che non era sola, che io ero là, che capivo la sua sofferenza, il
suo desiderio di morire, la sua sensazione di fallimento. Le permisi di provare tutto ciò, poi la consolai e le dissi:
«Ciò che stai vivendo, anche se molto doloroso, è necessario. Tutti e due, nella vostra paura di dispiacere, avete
dimenticato voi stessi per l’altro, aspettandovi dall’altro ciò che voi per primi non vi donavate, facendovi sentire
delusi, frustrati e non amati. Impara a rendere felice te stessa, smetti di aspettarti tutto da lui e lasciagli il tempo di
fare chiarezza in sé. Vi incontrerete di nuovo e questa volta sarà un amore più maturo e molto più grande». La donna
di quell’episodio (primavera 1994) mi sorrise e accettò ciò che le stavo dicendo. A quel punto l’equazione partenza
= abbandono divenne partenza = amore più intenso e ritorno.
Alcuni riterranno forse che tutto questo è solo fantasia, che la realtà è ben diversa. Occorre però sapere che il
cervello non distingue tra il reale e l’immaginario. Tutto ciò che gli arriva dall’esterno attraverso i sensi o
interiormente attraverso il pensiero o l’immaginazione viene trasformato in chiave biologica. Lo si può facilmente
verificare. Chiudiamo gli occhi e concentriamoci sul sapore di un cibo, come se lo stessimo mangiando, per esempio
un limone: nella nostra bocca e nel nostro corpo si avrà lo stesso effetto che si produrrebbe se mangiassimo un
limone vero.