Page 149 - Il grande dizionario della metamedicina
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o avvenimenti casuali. I temi principali sono la persecuzione e la gelosia. Per quanto riguarda la persecuzione, una
persona che soffre di paranoia può credere che gli altri vogliano farle del male, ciò che la induce a rimanere
costantemente sulla difensiva. Riguardo alla gelosia, può essere convinta che il proprio compagno la tradisca, la
respinga. Interpreta le parole e gli atti del partner in funzione delle sue paure, e ciò malgrado tutte le dimostrazioni
di amore e di fedeltà che questi può cercare di darle. La persona affetta da paranoia continuerà a credere che il
proprio partner la repinga o l’abbia respinta in quella data occasione.
Ecco un esempio di discorso paranoico.
Un uomo va a fare la spesa con la sua compagna. Quando escono da un grande magazzino, le chiede: «Perché
guardavi i ragni?»
Stupita gli risponde: «Quali ragni? Non ho visto nessun ragno!»
«Ho visto che li guardavi.»
«Ma ti ripeto, non ho visto nessun ragno.»
«Perché non vuoi ammettere di aver visto dei ragni?»
«Non so neppure di cosa tu stia parlando, te lo dico un’altra volta che non ho visto nessun ragno.»
«Perché non vuoi riconoscerlo? Ho visto che li guardavi.»
Sconcertata, e volendo porre fine a una discussione che non porta da nessuna parte, gli dice: «Ascolta, se vuoi
torniamo indietro e mi fai vedere i ragni che ho guardato, non so neppure a cosa stai alludendo!»
La coppia torna indietro. C’è una decorazione messa per Halloween in cui c’è una grande tela di ragno con tanti
piccoli ragni. Indicandola, le dice: «Quei ragni là, erano quelli che guardavi, te ne ricordi ora!» Lei li nota per la
prima volta ma, per mettere fine alla discussione, gli risponde: «È possibile in effetti che li abbia guardati senza
farci caso!»
In realtà è lui che li ha guardati, non lei. Ma la sua insistenza per aver ragione di quello che la sua mente gli fa
credere porterà la sua compagna a dubitare di quello che lei stessa dice, pensa, fa o prova, e ciò crea nel partner di
un paranoico un senso di destabilizzazione che alla lunga diventa insopportabile.
In quasi tutti i paranoici si trova una ferita da tradimento da parte di uno o talvolta entrambi i genitori, ma per ragioni
diverse. Per esempio, un ragazzo ha potuto sentirsi tradito dal padre che lo picchiava e dalla madre che non faceva
niente per difenderlo. Poiché non può fare affidamento su coloro che dovevano amarlo e proteggerlo, per lui diventa
molto difficile aver fiducia negli altri. Da qui nasce una predisposizione alla diffidenza che lo rende sospettoso e
suscettibile.
Si guarisce dalla paranoia?
Nella psicosi, si ritrova la struttura e la malattia. La struttura psicotica presenta sintomi della malattia senza che vi
sia un legame con la psicosi stessa. Si può curare una struttura psicotica con la psicoterapia, mentre la psicosi intesa
come malattia necessita di un trattamento psichiatrico in cui le possibilità di guarigione sono piuttosto basse.
Se la persona che presenta sintomi di paranoia può esserne consapevole e riconoscere i giochi della sua mente, può
arrivare a riprendere padronanza di se stessa e non sviluppare la malattia. Per riuscirvi, bisogna che sia in grado di
prendere le distanze tra ciò che dice la mente e ciò che sceglie di accettare come verità.
Come dominare la propria mente? Ecco un esempio: mio figlio non mi ha telefonato per il mio compleanno. La cosa
mi rattrista. La mia mente fa questo discorso: «Dopo tutto quello che ho fatto per mio figlio, non trova neppure
cinque minuti per farmi una telefonata. I suoi amici sono certamente più importanti di me». E continua: «Se avesse
avuto bisogno di soldi, mi avrebbe sicuramente chiamato…» «Quando avrà bisogno, si cercherà un altro
fornitore…» La mia mente può continuare in questo modo fino a portarmi a decidere di non parlare con mio figlio o
anche di rinnegarlo. Se vado in questa direzione, le redini sono tenute dalla mia mente.
Se voglio riprendere la padronanza dei miei pensieri, devo riconoscere il gioco della mente e dirle, rivolgendomi a
lei: «È così, cara mente, monta pure la tua maionese, io nel tuo gioco non ci casco. Se ho voglia di parlare con mio
figlio il giorno del mio compleanno, è un mio bisogno, e posso telefonargli io». E passo all’azione telefonando a mio
figlio per avere sue notizie e dirgli che avevo voglia di farmi piacere parlando con lui in questo giorno speciale per
me.
Mio figlio mi risponde: «Che giorno è oggi? Sono talmente preso dal lavoro in questo momento, lavoro quasi giorno
e notte, che non ho più la nozione dei giorni. Sono contento che tu mi abbia chiamato, non avrei voluto mancare
l’occasione di augurarti un buon compleanno».
La malattia mentale è ben radicata quando una persona si identifica completamente con la sua mente, non ha più la
capacità di prenderne le distanze e rifiuta di ammetterlo. In questo caso, cercherà continuamente di convincere gli
altri che ha ragione in quello che crede, che invece è quasi sempre completamente sbagliato.
→ Paura della malattia mentale: ci sono molte persone che vivono segretamente con questo timore. La paura può
derivare da paragoni fatti tra un bambino e un genitore che soffre di una malattia mentale. Si può dire per esempio al
bambino: «Sei come tuo padre!» e parlare del padre dicendo che era un malato di mente. Può trarre origine anche
dalla sensazione di perdere il controllo della propria vita. Non si capisce quello che ci succede, non si riesce più a