Page 121 - Mani in alto
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Titoli di coda















           La figlia di Daniele Farris ha pubblicato l’intervista a Paolo Casaroli nel febbraio

          del 1975 su una nota rivista bimestrale di sinistra. Ha lasciato la professione di
          giornalista dopo la nascita del figlio che ha chiamato Daniele. Oggi vive a Londra ed
          è una famosa editor di libri per ragazzi.


           Farolfi, dopo essere stato accudito per un paio d’anni da una badante moldava,
          adesso è tra gli ospiti permanenti della casa di riposo Villa Letizia. Con la pensione
          da commissario riesce a pagare interamente la retta.


           Il Biondino, dopo aver scontato la pena, si è messo lavorare con il fratello in
          un’officina di motociclette. Zucchero invece se n’è andato in Brasile e non si sono

          più avute sue notizie.

           Il Lungo è stato processato diverse volte per ricettazione e traffico di droga, ma se

          l’è sempre cavata con pochi mesi di galera. È morto in uno scontro frontale sulla via
          Emilia tornando da un torneo di biliardo con un amico.


           Scheggia dei tatuati si è sposato con la Pina e insieme hanno gestito per anni una
          sala da ballo poco fuori città.


           La trattoria della Gigina ha chiuso i battenti alla fine degli anni Settanta e in quei
          locali ha trovato posto una banca. Il ristorante Diana, invece, continua a offrire piatti
          succulenti con un servizio inappuntabile. È una voce fissa e ricorrente nelle guide
          culinarie della città di Bologna.


           Le cassette di sicurezza della Cassa di Risparmio dove un tempo la banda Casaroli
          depositava il malloppo sono ancora al proprio posto ben custodite dall’enorme porta

          blindata.

           Sui colli bolognesi, nel punto esatto dov’era sepolta la Beretta M35, è stata

          costruita una villa in stile hollywoodiano.

           Piazza Maggiore ospita sempre chiacchiere e discussioni, forse meno animate di un

          tempo, ma la statua di papa Gregorio XIII vigila sempre imperiosa.

           Nel carcere di San Giovanni in Monte adesso ci sono aule universitarie, a destra
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