Page 1828 - Shakespeare - Vol. 4
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               Come un vegliardo padre si diletta

               alle giovani prodezze del suo vispo bimbo,
               così io storpiato dai colpi più amari della sorte,
               nel tuo merito e virtù trovo ogni mio conforto;
               se bellezza, nascita, dovizia, intelligenza

               o qualcuna di queste o tutte od altre ancora
               siedono regalmente coronate dai tuoi pregi,
               a queste ricche doti io àncoro il mio amore:
               così non mi sento storpio né povero o disprezzato

               fin che esse offron tal conforto al mio pensiero
               da sentirmi appagato nella tua ricchezza
               e vivere nell’ombra di tutta la tua gloria.
                               Quanto v’è di meglio, quel meglio a te lo auguro:

                               questo è quel che sento, o dieci volte me felice!
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