Page 1374 - Shakespeare - Vol. 3
P. 1374
dammi la camicia da notte, e addio.
Non dobbiamo contrariarlo.
EMILIA
Vorrei che non l’aveste mai incontrato!
DESDEMONA
Ma io no; l’amore me lo rende così caro
che anche la sua asprezza, 212 i rabbuffi,
i cipigli − ti prego, slacciami qui −
hanno per me attrazione e fascino.
EMILIA
Ho messo sul letto le lenzuola che volevate.
DESDEMONA
Fa lo stesso, va bene. Ma che strani pensieri
passano per la testa! Se morirò prima di te,
avvolgimi, ti prego, in uno di quei lenzuoli.
EMILIA
Su, su, che discorsi.
DESDEMONA
Mia madre aveva una cameriera
chiamata Barbara. Era innamorata,
ma l’uomo che amava era incostante
e l’abbandonò. Sapeva una vecchia canzone,
la canzone del salice, che esprimeva bene
la sua sorte, e lei morì cantandola.
Stasera non so togliermela dalla mente...
Faccio fatica a non reclinare il capo
tutto da una parte e mettermi a cantarla
come la povera Barbara. Fa’ presto, ti prego.
EMILIA
Volete la vestaglia?