Page 353 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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Questo argomento, ovviamente, non è risolutivo. Innan-
to “nuovo” dell’ambiente ed “enfant prodige”, aveva
zitutto perché in faccende del genere non si può essere va così tanto al proprio decoro borghese e che, in quan-
mai sicuri di niente. In secondo luogo perché, come addosso gli occhi di tutti, andasse a puttane. Wagner
sospetta qualche biografo, Nietzsche poteva essere un anzi si stupiva e si preoccupava perché passava le sue
omosessuale, sia pur “di ritorno”. In terzo luogo perché serate “fra soli uomini”. A Genova e a Nizza avrebbe
esiste anche la cosiddetta “sifilide dell’innocente” che si invece potuto farlo. Ma la questione non è questa. Se
contrae indirettamente, senza avere rapporti sessuali. infatti si sposta troppo in qua il momento del contagio
Infine perché la lue è anche ereditaria e Nietzsche po- cade tutto il quadro clinico di Nietzsche. È infatti evi-
teva averla presa dal padre, morto, secondo la diagnosi dente che le sue violente emicranie e il vomito sono in
vaga di allora, di “rammollimento cerebrale”. L’ipotesi qualche modo strettissimamente legati alla sua pazzia,
della ereditarietà va però incontro alle stesse obiezioni tanto che quando essa comincia a manifestarsi in modo
in cui inciampano tutti coloro che, come Möbius, come inequivocabile nell’autunno del 1888 ed esplode nei
Benda, come Lange-Eichbaum, affermano che Nietz- primi giorni del 1889 questi disturbi cessano completa-
sche si sarebbe preso la sifilide nel 1865 o nel 1866 mente, come se la malattia avesse trovato il suo sfogo
quando era studente, a Bonn o a Lipsia oppure a Colo- nella follia. Riappaiono solo, e molto più deboli, nei rari
nia, meta dei pellegrinaggi sessuali dei goliardi. Se si momenti di lucidità. Ora, l’emicrania e il vomito Nietz-
data infatti l’inizio dell’infezione alla metà degli anni sche cominciò ad averli in modo sistematico dal 1873 e
Sessanta il periodo dell’incubazione fino all’esplosione sporadicamente ne soffriva da molto prima. È quindi
conclamata della malattia, con la pazzia, risulta lunghis- dagli inizi degli anni Settanta, se non prima, che appare
simo, quasi un quarto di secolo, del tutto anomalo ri- la malattia che sfocerà nella follia e perciò è da que-
spetto al decorso statisticamente normale della sifilide, st’epoca che andrebbe datata la lue se la pazzia avesse
così come anomalo, perché anch’esso troppo lungo, è il avuto tale origine. Si ritorna quindi alla tesi di un decor-
periodo intercorso fra il collasso di Torino e la morte, so “atipico”, di un’incubazione durata quasi vent’anni,
undici anni. Gli autori che abbracciano questa tesi sono tesi che diventa ancor più insostenibile per quegli autori
perciò costretti a parlare di decorso “atipico”. Non per che legano la malattia, e poi la follia, di Nietzsche ai
nulla il padre, ammesso e nient’affatto concesso che violenti attacchi di reumatismi di cui soffrì nel 1866,
fosse luetico, il che è una mera congettura, anche abba- argomentando che simili attacchi sono uno dei sintomi
stanza ingenerosa, oltre che altamente improbabile, per della lue. Nietzsche aveva sofferto di reumi anche nei
il piissimo pastore di Röcken, morì molto presto, a tren- primi anni di Pforta quando aveva quindici o sedici
tasei anni. Il discorso di un periodo di incubazione ec- anni. Quindi oltre al decorso “atipico” bisognerebbe
cessivo vale ovviamente “a fortiori” se si sostiene la tesi qui pensare l’impensabile: cioè a un Nietzsche adole-
della ereditarietà della sifilide di Nietzsche. Per bypassa- scente che, col suo temperamento e in spregio ai costu-
re questa obiezione altri autori, o magari gli stessi, fanno mi dell’epoca, si reca al casino, dove peraltro sarebbe
risalire il contagio al periodo di Basilea, quando Nietz- stato respinto perché non aveva l’età.
sche vi insegnava negli anni Settanta, oppure agli inizi Di concomitante ai reumatismi del 1866 c’è solo il
degli anni Ottanta, quando viveva fra Genova e Nizza. fatto che pare, ma nemmeno questo è certo, che Nietz-
A Basilea è molto improbabile che Nietzsche, che tene- sche abbia riferito al dottor Eiser di aver contratto la
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