Page 167 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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rare, ogni settimana, i sei giorni di lezione e di arrivare
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                   in qualche modo alla domenica. «Ho superato valorosa-                  tima settimana di gennaio è un calvario e Nietzsche su
                   mente la prima settimana di lezioni... Ora la settimana                sistere  a  tutti  i  costi  e  ordina  alla  sorella  e  alla  madre
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                   ricomincia, coraggio, coraggio» . Ma la settimana suc-                 l’assoluto  silenzio  sulle  sue  reali  condizioni  di  salute.
                   cessiva  è  costretto  a  saltare  una  lezione.  23  novembre         Però restare a riposo non gli serve a nulla, sta malissimo
                   1878: «Due attacchi in una settimana: domenica sera e                  lo stesso.
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                   lunedì e poi di nuovo giovedì sera e venerdì» . Vuole                    9 febbraio: «Le lezioni mi obbligano a pensare trop-
                   andare a un concerto, sua vecchia passione, ma il mal di               po,  per il resto non faccio  assolutamente nulla... Ma il
                   testa lo costringe a uscire quasi subito. Divora dolciumi,             mal di testa è in aumento, nei giorni peggiori gli spasmi
                   marzapane,  biscotti,  fruits,  che  la  madre  gli  manda  da         (che mi costringono a tenere l’occhio destro semichiuso
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                   Naumburg, forse per compensarsi in qualche modo di                     per molte ore) si estendono a tutto il corpo» . 17 feb-
                   un’esistenza che non gli offre e non gli consente nulla,               braio:  «Una  brutta  settimana...  Gli  occhi  non  reggono
                   nemmeno gli svaghi più innocui. «È la vita di un vec-                  più  alle  lezioni,  per  non  parlare  della  testa.  Ho  avuto
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                   chio»  si lamenta con l’amico von Seydlitz, in una delle               mal di testa per 6 giorni, salvo quando dormivo» . 28
                   pochissime  lettere  di  questo  periodo  che  non  abbia              febbraio: «Ho sofferto in modo indescrivibile. Un attac-
                   come  destinatari  la  madre  e  la  sorella.  30  novembre:           co di 4 giorni e uno di 6, di una violenza inaudita, con
                   «Ogni tre giorni attacchi violenti. Ogni lezione portata               vomito ininterrotto... Mi sono arrischiato a fare una sola
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                   a termine... mi butta giù» . 7 dicembre: «Questa volta                 lezione, ora per una settimana mi è di nuovo impossibi-
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                   è toccato al martedì e al mercoledì: pessimi!» . Per so-               le» .  Il  9  marzo  scrive  alla  madre  e  alla  sorella:  «C’è
                                                                                                                                         73
                   prammercato,  scivolando  sul  ghiaccio  è  caduto  su  un             stata una notte in cui non credevo di sopravvivere» . Il
                   dito, un banale incidente, ma gli ci vorrà più di un mese              14 marzo: «Ho appena avuto un attacco durato tre gior-
                   per  guarire.  14  dicembre:  «Martedì  un  altro  attacco             ni, oggi sto un po’ meglio. Maledette lezioni! Ognuna mi
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                   molto  doloroso,  durata  30  ore» .  Si  tratta  di  resistere        sconvolge» .  17  marzo:  «Mi  sento  terribilmente  male,
                                                                                                                  75
                   ancora una settimana, fino alle vacanze di Natale. Ce la               non so come sopportarlo» . Deve ancora sospendere le
                   fa.  Però  tra  Natale  e  Capodanno  sta  malissimo,  ha  un          lezioni.
                   attacco dopo l’altro. Trova il tempo di regalare ai bam-                 Finché il 19 marzo ha «un attacco SPAVENTOSO»   76
                   bini della sua affittuaria un temperino e un pesce di latta            che lo costringe a rinunciare definitivamente alle lezioni
                   magnetico che riscuotono molto successo.                               una settimana prima della chiusura del semestre inver-
                      Faticosamente,  penosamente,  riprende  le  lezioni.                nale. In tutto il 1879 ebbe 118 giorni di violenti attacchi,
                   L’impegno universitario, il mal di testa, gli occhi lo sfi-            uno su tre. Ma quasi mai, anche nei giorni migliori, stava
                   niscono a tal punto che ha venti minuti di autonomia al                veramente bene.
                   giorno per sé, per leggere e scrivere qualcosa. 18 gen-                  In marzo era uscita la seconda parte di Umano, troppo
                   naio  1879:  «Ho  passato  la  peggiore  settimana  di  que-           umano,  nell’indifferenza  generale.  Nietzsche  mandò  le
                   st’inverno!  Lunedì  male,  martedì  l’attacco,  mercoledì             copie ad alcuni amici fra cui, questa volta, non c’erano
                   male,  giovedì  e  venerdì  nuovo  attacco  molto  violento,           i Wagner. Fu felicissimo di ricevere una lettera di Bur-
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                   che non finiva mai, oggi sono stanco e distrutto» . Na-                ckhardt che diceva: «Ho letto e spigolato qua e là l’ap-
                   turalmente ha dovuto disdire tutte le lezioni. Anche l’ul-             pendice a Umano... Com’è noto, io non sono mai pene-




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