Page 150 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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La sua vita era, come sempre, molto regolata. Si alza-
 rale. Dopo una gita a Capri scrive: «Sono stato male un
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 giorno, come in ogni viaggio breve» . Perfino una let-  va alle sei e mezza, svegliava Brenner e prendeva subito
 tera  un  po’  impegnativa,  come  quella  che  scrive  alla  del latte che pensava gli facesse benissimo. Alle sette e
 moglie di Ritschl che era morto in quei giorni, lo spossa  mezza  i  tre  giovani  facevano  colazione  insieme.  Dalle
 e  lo  costringe  a  letto.  Si  cura  con  inalazioni  nasali  e  nove  alle  dieci  Nietzsche  dettava  qualcosa  a  Brenner.
 fiutando  tabacco  per  espellere  il  “catarro  cerebrale”,  Poi andava a passeggiare, in genere da solo, e rientrava
 con pomate da spalmare sulla fronte, prende bromuro e  per l’ora di pranzo. Dopo mangiato pennichella genera-
 la  premurosa  Malwida  gli  fa  fare  dei  pediluvi  bollenti  le fino alle tre. Nel pomeriggio ancora passeggiate, que-
 con senape e cenere che sembrano procurargli qualche  sta volta tutti e tre insieme, fino alle cinque. Cenavano
 sollievo. Ma sono ovviamente dei palliativi.  alle sette e la sera, con Malwida, facevano delle letture
 Le  sue  lettere,  anche  quelle  a  semplici  conoscenti,  comuni, in genere i classici greci o i moralisti francesi,
 cominciano a farsi lamentose e piagnucolose. Si aggiun-  oppure dei giochi di società. Nietzsche si proteggeva gli
 gono altre complicazioni agli occhi: ha dei bagliori, dei  occhi  con  un  berretto  a  punta  di  seta  rossa  con  una
 tremolii che gli fan ballare le lettere, le confondono, le  lunga nappa, regalo degli amici, e con un enorme ven-
 offuscano.  Se  prima  leggere  lo  affaticava  adesso  «non  taglio di tela.
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 riesco a leggere affatto!» . La situazione è così preoccu-  Tutti e quattro stavano lavorando a qualcosa: Brenner
 pante che a metà febbraio la compagnia decide di farlo  scriveva racconti, Malwida un romanzo, Rée finiva il suo
 visitare dal professor Schrön, un noto oculista della fa-  saggio Sull’origine dei sentimenti morali, mentre Nietz-
 coltà  di  medicina  di  Napoli.  Schrön  trovò  gli  occhi  in  sche era impegnato con Umano, troppo umano.
 uno  stato  disastroso,  ma  escluse  in  maniera  categorica  È in questo periodo che si stacca da Schopenhauer, e
 che  ci  fosse  un  tumore  al  cervello  che,  ricordando  il  lo comunica a Cosima che rimane piuttosto perplessa. Si
 padre, era il grande timore di Nietzsche. Il medico gli  capisce perché: Wagner e Schopenhauer, in quegli anni,
 disse anche che disturbi di origine nervosa come i suoi  erano  un  binomio  quasi  indissolubile  e  lei  intuì  che
 potevano durare anche qualche anno ma poi, di solito,  quello era un altro colpo di piccone dato da Nietzsche
 sparivano di colpo.  al mito del Meister. In seguito Nietzsche definirà la sua
 Nonostante tutto, quello di Sorrento non fu un brutto  passione  giovanile  per  Schopenhauer  e  Wagner  «una
 periodo per Nietzsche. Un paio di uomini intelligenti, a  malattia», necessaria e feconda ma che doveva essere su-
 lui  devoti  o  per  ragioni  di  stima,  come  Rée,  o  di  età,  perata. Rifiuta anche la direzione dei «Bayreuth Blätter»,
 come Brenner, e una donna, Malwida, con la quale era  la rivista che Wagner sta mettendo in piedi. Il suo distac-
 esclusa ogni implicazione sentimentale e, ancor meglio,  co  intellettuale  dal  compositore  è  ormai  totale,  quello
 sessuale, era la situazione ideale per lui. Realizzava quel  affettivo  non  ancora.  E  quando  Richard  e  Cosima  si
 “convento  degli  ottimati”  che  era  la  sua  aspirazione.  recano  a  Londra  per  un  giro  di  concerti  ci  resta  male
 Una volta tanto poteva stare in compagnia in modo di-  perché  non  hanno  più  proposto  alla  sorella  di  far  da
 steso. Ricorda Malwida: «Com’era ancora mite e conci-  governante  ai  bambini.  Vorrebbe  rimanere  amico  di
 liante  allora  Nietzsche,  come  la  sua  natura  buona  e  Richard anche se ha ormai idee molto diverse dalle sue,
 amabile teneva ancora testa all’intelletto disgregatore. E  ma questo, per la personalità totalizzante del composito-
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 quanto sapeva essere sereno e ridere di cuore» .  re, non sarà possibile.



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