Page 145 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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bisogno di riposo, di silenzio e di tranquillità, mentre lei
in casa e cresciuto la figlia minore Olga. Wagner l’aveva
e quell’altra, con la loro sola presenza, per non dir di amica fraterna di Alexander Herzen di cui aveva preso
più, eccitavano il suo fragile sistema nervoso e lo turba- invece conosciuto nel 1860 a Parigi, quando il compo-
vano? sitore si trovava nella capitale francese per il Tannhäu-
Il viaggio da Livorno a Napoli fu burrascoso. Il mare ser, ed era diventata ospite pressoché fissa della sua
era grosso e a mano a mano sparirono tutti sottocoperta, casa. Convertitasi rapidamente al wagnerismo, era una
tranne il capitano, il timoniere, un passeggero italiano, delle seguaci più fedeli del Meister e, naturalmente,
Brenner, il tisico, e Nietzsche che resistette quasi fino anche una ammiratrice di Schopenhauer che era la let-
all’ultimo. tura cult di tutto quell’ambiente. Lasciata da tempo la
A Napoli i tre bravi ragazzi tedeschi si scontrarono chiesa cattolica si era volta alle religioni orientali, molto
subito con la realtà partenopea. Invece di restare sulla di moda allora, come oggi, e, dopo averla iniziata alle
nave e proseguire il giorno dopo per Sorrento, via mare, dottrine dei Veda, aveva battezzato la figlioccia Olga
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come qualcuno aveva loro saggiamente consigliato, vol- «nel mistero degli Arma» . Era anche autrice di un li-
lero scendere a terra, in piena notte. I quattro rematori bro, Memorie di un’idealista, pubblicato nel 1875, che
che li portavano a riva, che parlavano una lingua inde- aveva avuto una certa eco ed era piaciuto molto a Nietz-
cifrabile, parvero loro dei briganti e ancor più alcuni sche.
soldati che per farli passare chiesero una mancia. I tre Cosmopolita, aveva vissuto a Parigi, a Londra, a
amici avevano l’impressione che i rematori, che fungeva- Roma, si spostava continuamente per l’Europa e aveva
no anche da facchini e da guide, li stessero portando in un numero impressionante di conoscenze in tutti gli
una direzione sbagliata e che potessero sparire da un ambienti che contano. Trafficona, pasticciona, impiccio-
momento all’altro con i bagagli. Il giovane Brenner, che na, invadente, molto generosa, benché dopo una vita da
aveva vent’anni, stringeva nervosamente il pugnale sot- rentière i quattrini cominciassero a scarseggiare, anima
to il mantello. Finalmente arrivarono sani e salvi alla da Pigmalione, Malwida amava circondarsi di giovani
Pension Allemande dove ad attenderli a braccia aperte d’ambo i sessi purché fossero degli spiriti nobili, puri,
c’era Malwida von Meysenbug. idealisti o così a lei sembrassero. Questa tendenza si era
Malwida baronessa di Meysenbug era nata a Kassel accentuata dopo che Olga se n’era andata di casa per
nel 1816, aveva quindi sessantun anni. Come molte ari- sposare lo storico francese Gabriel Monod, lasciando un
stocratiche dell’epoca, che vivevano di rendita e avevano grande vuoto nel cuore della baronessa desiderosa di
molto tempo a disposizione, era un’idealista, una suffra- colmare in qualche modo la propria maternità inappaga-
getta, una portabandiera dell’emancipazione della don- ta. Malaticcia, come Nietzsche, in preda a frequenti mal
na di cui propugnava l’indipendenza economica e l’inte- di testa, come lui, anch’essa con gravi problemi agli
grale parità scolastica. Respinta, da ragazza, dal fidanza- occhi («Le scrivo solo un telegramma, da cieca a cieco» 7
to, il teologo Theodor Althaus, figlio di un pastore, gli scrisse una volta, con molto spirito), aveva preso a
aveva deciso di mantenersi fedele alla memoria del suo benvolere fin dal loro primo incontro a Bayreuth quel
primo amore e non si era sposata. La sua battaglia per ragazzo timido, beneducato, goffo, bisognoso d’aiuto,
l’emancipazione femminile l’aveva portata a essere vici- che faceva tenerezza solo a guardarlo e sollecitava il suo
na, per qualche tempo, al movimento socialista ed era istinto materno. Gli aveva scritto: «Come sarei venuta
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