Page 14 - Keplero. Il cosmo come armonia di movimenti
P. 14
Planisfero disegnato dal cartografo tedesco Philippus Eckebrecht e pubblicato nelle Tabulae
Rudolphinae del 1627.
Brahe affida a Keplero un compito preciso: studiare l’orbita anomala di
Marte. Un problema, dice il giovane, che risolverò in otto giorni. Passano
invece otto anni, ma infine Keplero trova la soluzione.
Ma non precorriamo i tempi. Perché passa un solo anno e, nel 1601, Tycho Brahe
muore. Keplero viene chiamato a succedergli e diventa, così, matematico e astronomo
al servizio dell’imperatore.
Nel 1604 pubblica l’Ottica, il libro dedicato all’omonima disciplina in cui è
descritta per la prima volta la funzione della retina nella visione.
Ma a Praga l’impegno scientifico principale di Keplero resta l’astronomia. A
catturare in special modo l’interesse dello studioso tedesco è lo sforzo di capire i moti
del pianeta Marte. Anche grazie ai minuziosi dati raccolti da Tycho Brahe, nel 1609
Keplero pubblica l’Astronomia nova, il libro che contiene le sue due prime leggi sul
moto dei pianeti (in realtà del solo pianeta Marte).
Nel marzo 1610 Galileo Galilei pubblica il Sidereus nuncius e rende note le cose
«mai viste prima» con il suo cannocchiale.
Keplero fornisce un notevole sostegno alla credibilità di Galileo e insiste
sull’interpretazione copernicana del sistema del mondo.
Intanto, già nel 1610 pubblica la Dissertatio cum Nuncio sidereo, dando pieno
appoggio a Galileo pur non avendo potuto fare osservazioni dirette col cannocchiale.
Un anno dopo quelle osservazioni le compie e, con un nuovo libro, la Narratio de Jovis
Satellitibus, ribadisce la validità delle proposte galileiane. Inoltre si dedica proprio a