Page 128 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
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fuori  in  forma  di  avviso,  scritto  la  maggior  parte  mentre  si  stampavano  le  cose  precedenti,  con
               proponimento  di  ristamparlo  quanto  prima  con  molte  aggiunte  di  altre  osservazioni;  il  che  è  anco
               necessario farsi, perchè 550, che ne hanno stampati, sono già andati via tutti; anzi di 30, che ne dovevo
               havere, non ne ho hauti altro che 6, nè veggo verso di potere havere il resto, havendogli lasciati in
               Venezia in mano del libraio, perché vi mancavano a stampar le figure in rame. Questa seconda volta
               credo che lo farò in lingua toscana, sì perché, oltre a i librai, ne sono pregato da molti altri, sì ancora
                                                                                                          ma
               perché credo che le Muse toscane non taceranno in così grande occasione le glorie di questa Ser.
               Casa” (Opere di Galileo X, p. 300, righe 86-100). Il 19 agosto del medesimo anno, Galileo confermava
               l’intenzione  di  pubblicare  una  seconda  edizione  in  una  lettera  a  Johann  Kepler  a  Praga  (Opere  di
               Galileo X, p. 421). Un anno dopo, Federico Cesi scriveva a Galileo per “essortar V.S. a dar quanto
               prima in luce il supplemento del suo Nuntio Sydereo” (lettera del 20 agosto 1611, Opere di Galileo XI,
               p. 175). Galileo potrebbe essere ritornato sui propri passi a causa della pubblicazione di un’edizione
               pirata di Zacharias Palthenius a Francoforte del 1610, fatta senza incisioni ma con tavole intagliate, che
               erano non solo inferiori, ma anche orientate e identificate in modo erroneo.
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