Page 99 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
P. 99
infatti sostenuto nelle Meteore che le comete erano
fenomeni sublunari, causati dall’ignizione di
esalazioni terrestri, e che il cielo sopra la Luna era
incorruttibile e sede unicamente di fenomeni
perenni e immutabili.
Lo spettacolo della cometa del 1577 aveva avuto
un pubblico d’eccezione. Ventisei anni dopo Keplero
ricorderà, in una lettera del 4 luglio 1603 a David
Fabricius, di averla vista con la madre quando ne
aveva sei. E quarantasei anni dopo Galileo ricorderà
analogamente, nel Saggiatore (35), di averla
osservata «continuamente» quando ne aveva tredici.
Il cantore di quella cometa fu però Tycho Brahe,
all’epoca trentunenne, le cui osservazioni
dimostrarono che non solo essa era più lontana della
Luna, ma si muoveva attorno al Sole a velocità
variabile e su un’orbita non circolare: un vero e
proprio requiem per la metafisica aristotelica e il
sistema tolemaico, e in particolare per le sfere
cristalline, officiato nel libro Sui più recenti fenomeni
del mondo etereo del 1588.
Ma le campane a morto avevano cominciato a
suonare già prima dell’apparizione della cometa:
precisamente, la sera dell’11 novembre 1572, quando
lo stesso Tycho aveva scoperto nel cielo «una stella
mai vista prima a memoria di qualsiasi epoca». Già
allora le sue osservazioni avevano stabilito che essa si
99