Page 100 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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trovava al di fuori del cielo sublunare, e nel suo
rapporto sulla Stella nova (18) del 1573 il giovane
astronomo aveva esclamato: «Tacciano tutti i
filosofi, moderni e antichi! Tacciano anche gli stessi
teologi, interpreti dei misteri divini! Tacciano i
matematici, descrittori dei corpi celesti!».
Come sappiamo, un’altra nova era apparsa in
cielo nel 1604, stimolando le solite discussioni.
Questa volta Tycho era ormai morto e la fiaccola
della nuova astronomia era passata a Keplero: nel
suo La stella nova (285) egli sostenne che pensare a
un incontro casuale di atomi per la formazione della
stella era come immaginare che «da un piatto di
peltro, foglie di lattuga, granelli di sale, gocce
d’acqua, d’aceto e d’olio e fette di uovo sodo in volo
per aria da tutta l’eternità, potrebbe infine risultare
per caso un’insalata». Perfino sua moglie, alla quale
egli aveva descritto a tavola la faccenda in questa
maniera casalinga, aveva convenuto, chiosando: «E
soprattutto, non così buona come quella che ti sto
servendo».
Ma le comete che il cielo aveva servito agli
astronomi nel 1618 erano differenti da tutti questi
precedenti avvenimenti, perché per la prima volta si
aveva a disposizione il nuovo strumento del
cannocchiale. Per ironia della sorte, in tutto il
periodo in cui furono visibili Galileo fu malato e non
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